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Drop it like it’s hot. We Survived / How to Survive, fuori salone 2013
How to survive.
Dopo l’how to survive alla sagra dei milanesi ( guarda sotto vogue fashion night out) e a due settimane di couture parigina, ecco l’how to survive anche al salone del mobile.
Consultare anche la mia amica Valentina, che offre la versione yummi mummy qui.
(ndr: è lei la Sue Ellen del momento Sue Ellen più bello del Fuori Salone)
Special thanks: Giovanni Dario Laudicina che con il suo cappellino ha salvato la vostra gispy da cervicalgie sparse. Ancora e per sempre: giovannidariolaudicina fan club. #weUBERloveyou.
la prova che design e cucina si sposano alla grande
deliri da allestimento: e abbiamo fatto le 4am!
la mia amica Sue Ellen e Belfy
deliri da design nordico. Evviva tutto ciò che sa di Stoccolma e Copenaghen
dalla vodka alla birra, senza quasi fare un plissè.
ehy mister dj put a record on i wanna dance with my babe
quando gispy incontra ory&belfy&SueEllen. photocourtesy oilnanoolamoda.com
- bruciarsi il piede due settimane e mezzo prima: il tempismo è sempre stato il mio punto forte. this girl is on fire. avere il piede bruciato permetterà di avere una scusa più che valida per selezionare ogni evento e rifuggire dalla massa. Vi assicuro, poi guarisce. Non solo: permette anche di farsi scorrazzare in giro e offre meravigliose scuse per parlare con gli sconosciuti,e sottolineare che l’essere zoppi è una condizione momentanea, che noi siamo le fatine del Plastic e dell’arrampicata su roccia – o su tacchi 20 -, quindi giusto per gradire, siamo anche sportive.
- supradin masticabile e l’amicizia del farmacista di via bergognone e del sushi di via tortona, che se colti da attacco di bruciore al suddetto piedino o di crampi da cibo sano, si sappia dove rifugiarsi.
- PA con casa su Forcella: per rifornimento di birre gratis e per pascolare senza troppi problemi la sera dopo le 18 in zona Tortona.
- esercitare lo stomaco a passare dalla birra alla vodka tonic al gin senza troppi pensieri. Una citrrosodina e passa sempre la paura.
- diventare esperte di design nordico e boscaioli.
- diventare esperte di hipster, hippies e architetti e spiegare all’uno e all’altro perchè rientrano in tale categoria e non in un’altra.
- organizzare per la prima serata di Salone l’evento per l’azienda per cui si lavora: ci si assicurerà un afflusso notevole, l’esclusiva sulla serata e si potrà conversare amabilmente su quanto cool fosse l’installazione, filosoficamente parlando.
- andare alla festa di Cos e ballare mangiando pane e cioccolato. salutare tutti quelli della moda e lamentarsi da signorine snob che questo salone del mobile sta diventando una costola della fashion week.
- accantonare un sano budget di taxi per spostarsi con destrezza e rapidità da via Ventura a Bovisa a Forcella con anche il plus di rifarsi il rossetto tra un semaforo e l’altro.
- concludere nella maniera più degna e chic la settimana: venerdì sera dopo un momento Sue Ellen con le amiche darlings, rifuggire per un private dinner a base di bollicine e formaggi, tra Chiara e Vale, sperloquiando di uomini e desideri e aspettative e sogni e addormentandosi praticamente sul divano mentre fuori piove.
- tornare di corsa la domenica dalla magione montagnina dove si è andati a far visita a mamma eremita, e catapultarsi in Ventura, che senza dubbio vince la palma d’oro come zona più giusta del fuori salone, e incantarsi avanti a dei mattarelli che si vorrebbero subito comprare per la propria cucina. A riprova che design e cuochette gispy possono convivere 🙂
- imparare tutti gli hashtag possibili e immaginari e instagrammare come una teenager impazzita. per l’appunto #rigurgitoadolescenziale, part 1.
- prepararsi il guardaroba perfetto, ché come tutti i Salone, fa freddo piove ma poi arriva sempre il sole.
- chiedere e cercare di contrattare il prezzo davanti a un’installazione fatta di un soffione – si il fiore – e mostrare all’artista il proprio tatuaggio cercando di convincerlo che proprio per questo, quell’opera mi appartiene a priori ed è già ignobile chiedermi dei soldi per un pezzo…di me.
- complimentarsi per l’ultimo atto di romanticismo di due guaglioni che si sono presi a schiaffi davanti a te, nella fila per i taxi, per vincere l’attenzione di una fanciulla. Venire trattata malissimo pensando che fossi solo lì per scroccare una sigaretta – io che non fumo nemmeno. Zarri siete e zarri rimanete. Dura vita per noi romantiche che vediamo cuori anche tra due che si prendono a ceffoni. Uffa. Mannaggia alla nonna che mi ha fatto crescere a Beautiful e squaquerone.
- inventarsi outfit improbabili alle 8 del mattino che possano soddisfare i criteri estetici di un pubblico variegato.
- inventarsi sculture improbabili con il disordine disseminato per casa e vantarsi che in realtà sono installazioni pregiate, tipo avanguardia pura.
- lamentarsi di non avere tempo.
- lamentarsi del traffico
- lamentarsi che il design duri solo una settimana.
- lamentarsi e basta.
- benedire i banchetti e gli assaggi gratis che fanno da costellazione a ogni evento.
- pensare di aprire una società di catering tipo temporary store solo per gli eventi del salone.Habemus progetto, che durante la design week, pare sia unica fonte di vanto.
- pregare il parrucchiere di farti la frangetta che fa tanto hipster francese. Al suo netto rifiuto, ripiegare su una colorazione troppo scura, che però fa risaltare gli occhi (cit.)
3 Comments
Ahahhaa, no be’ fantastica..poi l’accoppiata AlicinaGipsy-SueEllen è la mia preferita, che proprio non c’è paragone!
Adoro.
Bisous chèrie
ahahahhaha splendida!!!!
il piede bruciato? ohmioDio!
ps. sbaglio o hai cambiato un pò il layout del blog? Mi sembra più gipsy! Nina
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