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Gipsy, i mercatini in Alto Adige e QVC


A fine novembre, anzi per essere precise il primo weekend di dicembre, Gipsy è partita verso le sei del mattino di un venerdì milanese, uno dei primi venerdì freddi, dove l’alba è serena e limpida, l’orizzonte è ampio e disteso, e le canzoni in macchina fanno da sottofondo a una nuova avventura che sta per cominciare.

Amo la mia gang di QVC: ah se solo voi poteste conoscerli. Sono divertenti, simpatici, generosi e soprattutto: pazienti. Eh si perché sono la regina delle papere.

Spero solo che non abbiano tenuto tutte le volte in cui la mia parlantina ha creato mostri inaspettati di orrori grammaticali.

🙂

Macchina carica, dunque, io e la mia fantastica troupe di QVC, con riscaldamento a palla e berretto calato sulla fronte. Direzione: l’Alto Adige.

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Avevo cercato di partire leggera, ma che diamine: sono pur sempre una starlette televisiva, quindi dovevo risultare perfetta, seppure calda, visto che le riprese che mi attendevano sarebbero state per lo più in esterni.

Come coniugare macramè e comfort?

Il dilemma è stato non risolto perché oltre ad aver avuto il bagagliaio stra pieno di camere e telecamere, c’erano anche le mie 4 borse stra colme di maglioni e felpe e collane e gonne.

Premessa: Amo l’Alto Adige. Mi sa di Amore. Di cura dei dettagli. Di simpatia. Di Valori profondi, veri e radicati.

Amo il loro accento così sincero e cristallino, amo l’architettura ordinata e al tempo stesso accogliente, fatta di legni profumati e accordi preziosi. Amo il loro design così semplice eppure completo, caldo, fatto di elementi naturali.

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Prima tappa Anna Matscher e il suo ristorante.

Una delle poche donne stellate, e appena varchi la soglia del suo tempio del gusto, capisci il perché delle stelle.

Una ex stalla, tra vetri che spiccano verso cieli blu e felici.

Lei, una chef che prima era massaggiatrice, dalle mani grandi e dal gusto incantevole.

Con sapienza ha impiattato sapori saggi unendoli all’inusitato e lasciando il mio palato semplicemente di stucco.

Ho avuto la mia seconda estasi culinaria tra un vino aromatico e un grissino fatto a mano: carpaccio di capesante su purea di patate con fleur de sel alla vaniglia.

Così semplice, così perfetto, così letteralmente orgasmico.

( vi ho mai parlato del mio primo orgasmo culinario? ndr. 16 anni, a Dublino, mangiando un Dunkin Donut al caramello. Secondo orgasmo culinario della vita di Gipsy: esattamente qui, grazie ad Anna e alle sue capesante)

Per non parlare della carta dei dolci: Dessert di castagne, pompelmo e gelato all’alloro, tanto per dare un’idea, laddove l’alloro viene caramellato.

Pieni di cibo siamo andati a passeggiare tra Merano e Bolzano, alla ricerca di questo street food altoatesino che riempie la pancia di bontà e l’anima di gioia. Pani, frittelle, wurstel e chi più ne ha più ne metta, tutto fatto con ingredienti sani e buttato giù come nelle migliori tradizioni invernali da un vin brulè speziato divinamente, che caccia freddo e paure.

Ho chiacchierato con amabili sconosciuti che mi hanno raccontato i segreti della loro cucina, hanno condiviso ricette e sorrisi, mi hanno prestato cappelli di feltro e offerto da bere.

La sera siamo stati ospiti attesi di un altro chef stellato, un personaggione della valle che non solo ha una cucina di quelle che vorresti trasportare direttamente a casa tua, piena di un melting pot di ragazzi volenterosi guidati con maestria dal capobranco, ma pure scrive libri di cucina e con fare galante te li dedica, come se fosse la cosa più naturale del mondo.

Sto parlando di Herbert Hinter che mi ha subito seccata e cotta quando gli ho chiesto di parlarmi del km 0.

Temevo il peggio, io fatina natalizia che mi ero presentata in maglione a maglie grosse, collana tata borello e tutù svolazzante.

In realtà il buon Herbert – notate con che piglio pronuncio il suo nome – mi ha conquistata a colpi di canederli, ravioli e cipolla stufata, il tutto trasformato in cucina creativa tradizionale.

Un’altra di quelle mangiate straordinarie, che possono essere ricordate nella storia dei tempi, per quanto riguarda la vostra Gipsy.

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E poi: aria frizzante, gote rosse, buon vino, addobbi natalizi, la magia del mercato di Natale di Bolzano, la pista del ghiaccio di Merano, gli abeti trionfali e rassicuranti, le case accoglienti e l’aria di montagna.

Camini accesi, risate, buon vino e tradizioni, un meraviglioso e incantevole tuffo nelle tradizioni che ci fanno sentire così rincuorati.

Ciliegina sulla torta, ho conosciuto una persona meravigliosa, che parla lo stesso linguaggio di noi anime romantiche, una nuova amica che spero mi accompagnerà ancora nelle future tappe di scoperta di questo incredibile territorio: Barbara.

Che dire?

Enjoy.

Christmas is all around.

– 7 nanne al Natale.

#agipsyinthekitchengoeschristmas

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5 Comments

  • A..lessandra says:

    sono sempre più orgogliosa di te!!!
    next donna chef stellata….Tuuuuuuuuuuuuu!!!!e chi se no?!!??!
    amore a profusioneeeeeeeeeeeeeeee

  • Fede says:

    Che meraviglia Alice!!! Io per anni sono andata con la mia famiglia e i miei cugini ai mercatini di Natale dell’Alto Adige, sono bellissimi, hanno un’atmosfera magica che hai reso benissimo! Merano e Vipiteno sono i miei preferiti, ma sono tutti veramente belli…quest’anno sono stata a Trento invece, lo pensavo più “freddo” come atmosfera, invece mi ha piacevolmente stupita, con uno speciale percorso culinario tra i vari banchetti da leccarsi i baffi!
    P.S. sai che ieri ero al Coin e annusavo le Yankee Candle da scegliere per la cena di Natale, e annusandone una (che poi ho comprato) mi sei subito venuta in mente…l’aroma si chiama “Christmas cookies”, sa di burro, di pastafrolla quando cuoce del forno, di quel profumo di cui tu parli sempre con entusiasmo quando racconti di una ricetta…pensa te, dal blog ai profumi! 🙂
    Un bacione cara Alice!

    Fede

  • Fede says:

    E’ stata una bella scoperta anche per me sai…il mercatino è un po’ più piccolo rispetto a quelli di Bolzano, Bressanone e Merano, all’interno di una piazza cinta dalle mura…però le due file centrali di bancarelline sono tutte gastronomiche, con cibo “di strada” da consumare al momento: panini con salsiccia e formaggio raclette fuso, polenta con funghi e salsiccia, strudel…al centro c’è poi una fila di appoggi dove consumare al momento il cibo. Praticamente fa da fast food di strada, scegli le bancarelle dei vari masi o dei ristoranti dove mangiare le specialità.
    E’ proprio carino, mi è piaciuto molto. Quest’anno non avevamo voglia di fare troppi Km (sono di Piacenza, quindi non sono proprio vicinissima), così abbiamo provato ad andare a Trento perché è un po’ più vicina. In più io non c’ero mai stata, anche la città è molto carina, piccola ma suggestiva, il duomo è stupendo!
    Secondo me vale un giretto!
    Un bacione! <3

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