Gipsy goes fashion – ma che per davvero?

Ecco.

Un’altra settimana della moda: ovvero i soliti 3 giorni di pioggia scrosciante che contraddistinguono sempre questi 7 giorni, Milano invasa da outfit circensi e variopinti, la corsa a farsi vedere abbinando look spropositati, tutti che ti salutano con ” ciao tesoro, picci pucci” e poi tu la maggior parte di queste persone nemmeno sai chi sia, ma soprattutto hai anche un po’ di ansia al pensiero che codesta gente sappia di te.

Un’altra settimana della moda, io sono al mio quarantesimo seating di sfilata: in 10 anni di onorata carriera posso affermare di essere a pieno titolo una cagnetta della moda.

Eppure mi infilo nei miei vintage Chanel e mi ricordo di quando per questa ragazza qui, allora un po’ tonda, un vestito era poesia, emozione, quasi miracolo.

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Quest’anno ho deciso di partecipare a pochissime manifestazioni, cercando nuovi entusiasmi, andando a salutare e supportando amici e persone vere, ed evitando i così detti vampiri energetici che ci succhiano energie.

Anzi: al primo giorno di fashion week – #mfw – io sentivo poche necessità, ma impellenti: voglia di aria di mare, ad esempio.

Di spremute d’arancia, caffè freddo e croissant caldi alla marmellata di albicocche. Di sabbia tra le dita. Di tramonti rosa e spaghetti alle vongole. di non avere più questa dannata influenza. Di non pensare cosa mettermi al mattino perché tanto basta un abito in cotone e un costume. di motorino, puzza di benzina e vento nei capelli. delle pailettes di numero 21. di -ben- due nuovi tatuaggi. Di ortensie bianche, peonie rosse rubino e papaveri rosa tenui. Di cucinare tartellette ai lamponi che quando usi i frutti di bosco in cucina la vita è più leggera. di basilico a mazzi e menta che quando la bagni profuma tutta l’aria. della crema alla vitamina C della Aesop. Di partire per un weekend fatto di quasi tutte queste cose qua appena citate. di leggere tutti i libri in arretrato senza addormentarmi alla terza pagina che gli occhi bruciano.

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Essì, perché i piaceri sono lussi semplici: noi si ama il macramè i pizzi e lo chiffon, ma la settimana della moda anche no. A meno che sia utile per riabbracciare amiche che vivono lontane o per celebrare non compleanni al messicano, pieni di guacamole, margarita e nachos.

Piove, a dirotto, e altro che party di tizio caio e sempronio. .Si sogna il divano, una vellutata e un bicchiere di vino sincero.

Che non si vede l’ora di finire la giornata lavorativa per raggomitolarsi in un maglione caldo e accendere il forno: prepariamo una ciambella alle mele e fragole, che il tempo è perfetto.

La passione che ci muove serve a stabilire nuovi progetti, nuove traiettorie, nuovi sogni e nuovi ideali: quante volte ultimamente mi sono svegliata pensando ” E se questa fosse la mattina…”

La mattina per cambiare: per scegliere una nuova strada, un nuovo percorso, in contraddizione con le aspettative di famiglia, capi e quant’altro. In netto contrasto con i tempi che viviamo: la crisi, la paura di abbandonare il certo per l’incerto…dove l’incerto è invece ciò che c’è di più concreto adesso perché ci fa stare bene.

A me cosa fa stare bene: cucinare, mettere le mani in pasta, scrivere le mie emozioni, i miei racconti, le mie storie.

Lontano da false ipocrisie e da contesti che non sento più appartenermi fino in fondo: e se smettessimo di guardarci alle spalle per evitare uno dei tanti pugnali che ti lanciano dietro. E se smettessimo di parlare male, di creare inutili competizioni e si lavorasse in un clima di sorrisi e pace. E se le priorità venissero ristabilite come è giusto che sia, e dessimo il giusto valore alle cose.

Quindi si: adesso vi racconto la mia fashion week milanese.

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Un incontro con Elena, per caso, sotto l’ufficio: qualche parola, la condivisione di sensazioni e la gioia di vederla serena.

Lucia e la sua rinnovata bellezza, le sue fughe in Grecia in moto e ancora: gioia di vedere la vera essenza delle persone svelata dall’Amore.

Giambattista Valli e la poesia, la grazia che porta finalmente nella mia Milano, in una corte antica, tra candele profumate e fiori ecco le birkenstok borchiate e in cavallino, il macramè bianco e gli abiti corallo spensierati come dovrebbe essere ogni giorno che viviamo.

La domenica lenta, lo yogurt alla rosa, il cappuccio preparato in casa.

Una festa, quella per Chantecler con uno dei miei amici più cari: Giorgio. Quel Giorgio che fa parte della #family, la cui moglie io adoro e che adesso aspettano una piccola fagiolina, concepita proprio durante la vacanza tutti insieme in Portogallo, questa estate appena andata. Le chiacchiere sul cibo, sulle diete da seguire, le risate perché seguire le diete non fa parte del nostro DNA, la gioia nel diventare papà, l’amore per la sua compagna, tutto raccontato e condiviso davanti a un buon vino, in una serata qualsiasi, alle Fonderie Milanesi.

Eccomi al tavolo, travolta da confetti dorati che svolazzavano, Marta — Marzotto– e le sue parole, lei che è la regina delle Gipsy, così scanzonata, così bella così immersa con i suoi occhi nei viaggi che organizza, nei posti che si porta nel cuore. Un menù delizioso eseguito da Gennaro Esposito: che mi sottolinea subito quanto vuole che sia la sua cucina a parlare per sè. Che non vuole diventare uno dei tanti “chef star” che ci sono in circolazione, “pane al pane, vino al vino, ed ora dimmi come sono le mie ricette”. Che ti parla della sua terra e gli brillano gli occhi.

Quindi: zuppetta di olive e mandorle con pesce bandiera, spigola con centrifugato di asparagi e minestra di pasta mista — la famosa minestra di pasta mista, che per ogni tipo di pasta, la cottura viene sapientemente regolata e controllata. Serena Autieri che canta e la sensazione di essere a Capri, magari con quel vestito bianco citato prima, un paio di orecchini Chantecler o la famosa Campanellina come ciondolo ben augurante. E nei pensieri solo mare e sole e musica leggera.

Una borsa: la #giuliabag . Che in questo momento i nostri piani B vogliamo che diventino piani A, scelte di vita. E allora ecco Giulia, instancabile e bellissima redattrice di vogue.it con sua sorella Francesca che si inventano e progettano, realizzandola una borsa deliziosa, rosa e morbida che diventa subito la mia it bag.

E poi: progetti di riposo, aria fresca , ossigeno e sogni.

Che la nostra essenza la conserviamo gelosamente, come un barattolo di marmellata di fragole di bosco, che condividiamo solo con chi amiamo, e tuteliamo e tutto il resto fuori.

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