
Fatti una risata!
Metti una domenica.
Anzi no: metti al domenica perfetta.
Un risveglio pieno di luce fatto di pancakes, lenzuola bianche stropicciate e sorrisi. Poi di corsa verso Novara, tra navigatori che sbagliano strada e vicoli chiusi da volanti randomiche della polizia.
E aggiungi anche: quante volte in questa vita ci perdiamo dietro mulini a vento. Sensi di colpa, retaggi di relazioni passate che appesantiscono il presente.
Timori, paure che condizionano umori e relazioni. E poi se tutto questo viene miscelato allo stress per il lavoro, allo stress per i soldi, allo stress per tenere tutte queste biglie, come bravi giocolieri, in equilibrio.
E nascondere dietro un sorriso una nostalgia, una semplice voglia di essere abbracciate e rassicurate.
Con le nostre debolezze, le nostre imperfezioni, le nostre lacrime: essere prese per mano e sentirsi solo dire “ehy ci sono io, la vita è rosa e le nuvole sono fatte di latte zucchero a velo montati a panna, e comunque sarò il tuo Eolo che con un soffio le spazzerò via, perchè insieme siamo solo canzoni allegre e cieli sconfinati”.
Ecco appunto : quindi perché non immaginare che invece vada tutto bene?
Che ogni piccolo tassello della nostra vita che sta per essere travolto da un pessimismo atomico, da un bombardamento ormonale da PMS, da frasi non dette, verità nascoste e dubbi in fabula, ecco come se potessimo pretendere, quindi immaginare, quindi rendere reale che ogni piccolo minuscolo frammento di questi tasselli in realtà è perfettamente armonioso e proteso a uno sviluppo amoroso e amorevole delle nostre esistenze.
Se ci credi, si realizza, in sostanza.
Se hai coraggio — perché fidarsi, affidare il proprio cuore e il proprio destino, che sia fatto di 3 giorni, 4 mesi, un anno o la vita intera, richiede coraggio, un po’ come con i famosi navigatori: ti portano a destinazione se ti ci affidi totalmente.
Se invece inizi a dubitare, è lì che succede il casino e invece di arrivare alla meta, ti ritrovi nel mezzo di un nulla, senza nemmeno il segnale 3G ad aiutarti.
Quindi si: perché non abbandonare ogni pensiero triste e lasciarsi coinvolgere, avvolgere, e abbracciare da un’energia buona, frizzante?
Ho avuto l’immenso onore di essere invitata a pranzo dai ragazzi di Fatti una Risata.
Un progetto di social food finalizzato alla valorizzazione delle persone diversamente abili affinchè non vengano escluse dal mondo del lavoro, ma vengano considerate come soggetti attivi della società.
Dove?
In un ex cerificio fatto di quel design un po’ nordico di vetrate su un giardino, lampadari da nave, centro tavola di rosmarino e mentuccia e tavoli minimal. Candele nei barattoli di riso, ogni dettaglio non è lasciato al caso.
E soprattutto loro: i ragazzi, i cuori, le belle anime che fanno parte di questo gruppo, che ti accolgono con sorrisi e abbracci sinceri, senza dubbi o esitazioni.
Un cortometraggio, una serie di “risi” personalizzati, un ricettario. Un menù buonissimo. Vino e spensieratezza. Chiacchiere e felicità.
Basta così poco per volare leggero sopra le tristezze e le difficoltà.
Risotto agli asparagi mantecato allo zola
Ristorante: Osteria Vineria Rià
Trita la cipolla e falla soffriggere con olio. Aggiungi il riso, fallo tostare e sfuma con il vino bianco.
Una volta evaporato bagna con il brodo.Cuoci gli asparagi a vapore, raggiunta la cottura tieni le punte per la decorazione finale del piatto e frulla i gambi.
A metà cottura aggiungi la purea di asparagi.
A cottura ultimata, dopo circa venti minuti, manteca il risotto lontano dal fuoco con il gorgonzola dolce e del parmigiano grattugiato.
Servi posizionando le punte di asparagi sopra al risotto.