
Il mio Fuori Salone. Loud like love.
E poi i giorni passano, le notti si accavallano, i sogni si compiono.
Un mese in cui sono stata travolta da emozioni.
Adesso sono in aeroporto, appena rientrata da Istanbul, a Parigi, in attesa del connection flight che mi riporterà a casa.
Ammetto che la stanchezza era così immensa che nemmeno la nostalgia che mi prende ogni volta che parto per un viaggio è riuscita a insinuarsi nei miei occhi che come macigni si chiudono e dischiudono a battiti irregolari.
E’ passato un mese circa, da quando non ho più avuto tempo per riorganizzare pensieri, parole, emozioni e la mia scrittura.
Un mese accipicchia, un mese che mi ha travolta e lasciata senza parole, avvolta come in una scia di polvere di stelle.
Un mese in cui ho ritrovato l’entusiasmo del fare e del produrre, in quel mio ambiente “ufficiale”, che mi vede un po’ regina delle così citate “cagnette della moda”.
Un mese in cui ho spalancato i miei panorami un po’ naive su persone, fatti e avvenimenti, dinamiche che prima non pensavo nemmeno esistessero.
Un mese in cui l’ingegno per trasformare in realtà un progetto ambizioso mi ha portata a inventare nuove connessioni.
Un mese in cui la stanchezza atavica è stata trasformata in sorrisi e l’amore ha mosso ogni mio passo, azione, e realizzazione.
Pura vida.
Mi manca cucinare, mi manca mettere le mani in pasta, cucinare cene romantiche a lume di candela, passando il pomeriggio a cercare ingrediente e accostamenti. Ho mangiato talmente male, ho dormito talmente poco, che il mio corpo ha deciso di perdere in 30 giorni circa 3 kili.
Credo di necessitare di un mese di dieta detossinante a base di verdura, e giorni pieni di sonni lunghi e ristoratori.
E poi ancora: pomeriggi pigri distesi in un parco, weekend di salsedine e di pensieri fatti di niente, per recuperare energie.
Ma sono felice. Così felice che non ricordavo di esserlo da tanto.
Così compiuta, così piena di gioia che raramente mi è capitato.
Ho quasi paura a dirlo. Anzi, ho una fottuta paura persino a scrivere questo post, quasi come se questi ricordi che diventano ora condivisi, possano affievolirsi o peggio, mutare la loro forma.
Cosa è successo?
Abbiamo creato una squadra formidabile, fatta da persone meravigliose e con quell’attitudine che piace a noi.
Nessun problema, che noi i problemi li divoriamo con i pancakes a colazione.
Gli ostacoli sono diventati traguardi varcati e nuove sfide da affrontare e circumnavigare.
Abbiamo creato una foresta nel mezzo di zona Tortona, tra mille installazioni, abbiamo creato il nostro polmone di ossigeno, un’oasi che ci ha unito, ristorato e rincuorato.
Un percorso fatto di canne di bambù, che ha cementato legami e rapporti, guidandoci attraverso le paure e aprendo nuovi sentieri per il futuro.
C’è stata musica, sudore, impegno, notti passate a installare, in una Milano tiepida di inizio primavera, con lune così chiare da farci sentire al sicuro.
Ci sono state telefonate kilometriche, telefoni sbattuti in faccia, rincorse e telefonate di scuse.
Non ci sono stati weekend.
Ci sono state discussioni, liti violente, incomprensioni, stanchezza e nervosismo.
Ci sono stati baci, abbracci, sguardi di unione e urla, di gioia, di rabbia, di desiderio, di amore, di simpatia, di coraggio.
Ci sono state levatacce alle cinque del mattino, caffè caldi, pizze riscaldate al microonde, cocacole a iosa e risate isteriche, risate di cuore, risate di pancia, dove ogni muscolo è stato trasformato in strumento per avvicinarci ancora di più gli uni agli altri.
C’è stata una cena incantata, tra candele, amici, carciofi alla romana e bollicine di prosecco.
C’è stata una festa con un DJ in una notte calda, tra birre fresche e bibite energetiche green, tutti vestiti di nuovo e belli come il Sole di mezzogiorno con un vento di scirocco che sollevava da terra e spazzava via preoccupazioni, quel vento fuorviero di novità, e immensa voglia di prospettiva.
C’è stata la famiglia di cuore, tutti accorsi a celebrare una magia, scaturita da e per amore, e allora ancora tutti fieri, occhi pieni di emozione, commozione e orgoglio, lo stesso orgoglio che abbiamo ritrovato negli occhi di tutti i nostri genitori accorsi a vedere quello che la nostra energia, la nostra forza di volontà, è riuscita a creare, nello stupore generale e nella meraviglia del momento.
C’è stata solidarietà, alla base di tutto, e sulla quale tutto è stato costruito e eretto. C’è stata unione, di spiriti, anime e idee. C’è stato quello che può essere definito un incredibile gioco di squadra.
Dicono che il primo valore di una squadra vincente, sia essere una squadra: e noi abbiamo reso verità tutto questo.
Abbiamo dimostrato che se si vuole veramente qualcosa, questo qualcosa accade.
Che nulla può fermare i nostri spiriti, la nostra voglia di rendere straordinario l’ordinario.
Frittella di carciofo con mozzarella e coulis di pomodoro fresco e basilico
Mondare il carciofo, tagliarlo in due ed eliminare la “barba”
Preparare una soluzione con acqua sale, vino bianco, bacche di ginepro ed alloro.
Far raffreddare ed asciugare il mezzo carciofo, inserire nella cavità una foglia di basilico e una mozzarella da 20g e fermare il tutto con uno stuzzicadente
Pastellare con una pastella alla birra e friggere a 190 g fino a doratura, eliminare lo stuzzicadenti ed adagiare su un piatto precedentemente cosparso di di coulis di pomodoro fresco e basilico.
Riso carnaroli mantecato con punte di asparagi e zucca arrostita
Tostare il riso aggiungere aggiungere il porro tagliato fine ed il vino bianco, aggiungere del brodo vegetale,
A metà cottura aggiungere le punte di asparagi e la zucca precedentemente arrostita in forno e tagliata a dadolini
Aggiustare con un pizzico di sale e a cottura ultimata mantecare con burro e parmigiano
Cheese cake con croccante di mandorle e frutti di bosco
240 g di formaggio cremoso e morbido
70 g di zucchero
2 tuorli d’uovo
1 lime
5 g di colla di pesce
100 g di panna montata
Montare i tuorli e zucchero, aggiungere il mascarpone e la colla di pesce ammorbidita, succo di lime e la panna montata
Far raffreddare in frigorifero e consumare entro due giorni