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La stagione dei ricordi


Ci sono lezioni che si imparano attraverso l’esperienza. Cose che non vorremmo mai che ci capitassero e invece BOOM. Eccole lì, e ci troviamo a fronteggiarle senza nemmeno sapere perché senza nemmeno quasi accorgercene eccoci lì, magari a combattere le paure più grandi, i mostri più cattivi, i serpenti più velenosi.

Da quel poco che ho visto l’unica soluzione non è scappare, ma cadere dentro alla situazione con tutte noi stesse, senza permettere a nemmeno un capello di rimanerne fuori: bisogna imparare a dare più credito alle tempistiche nelle quali, volenti o nolenti, ci ritroviamo senza troppe programmazioni.

Ci sono rari momenti, nella vita, in cui il tuo istinto prende le tue budella e ti obbliga a fare qualcosa di assolutamente non razionale, perché in quel momento sembra l’inca cosa da fare. E sono momenti magici, momenti pieni di incertezza, ma anche pieni di gloria, perché esattamente in quel momento, non abbiamo più nulla da perdere, ma tutto da guadagnarci.

Solamente tre cose in questa vita sono irreversibili: alcune parole che vengono pronunciate senza pensarci, am che feriscono più di un coltello affilato. Il momento perfetto – lasciato andare per paura. E il tempo che passa senza che tramutiamo in miracolo il sogno che ci cova nel cervello.

Quindi basta con dubbi. Basta con proteggerci da quello che non conosciamo. Lasciamoci travolgere dal dubbio e dal non conosciuto e rimaniamone stupite, come si fa con la neve. Come si fa con le giostre. Come si fa con le stelle comete.

Questa è la stagione: per dare, per credere. Per cantare canzoni di Natale in macchina e stonarle ridendo, magari con la bocca piena di cioccolato e biscotti. E’ la stagione per baciarci: baciamoci tanto, anche senza vischio perché le persone che amiamo devono sapere quanto le amiamo. Devono ricordarsi dei nostri baci e dei nostri sorrisi. Che non si sa cosa avverrà domani, ma che i nostri baci, il nostro Amore, sia suggello per un futuro pieno di luce. E’ la stagione per legittimare una giornata davanti alla televisione, in pigiama. per stringere di più a se gli amici, i fratelli e le sorelle.

Se vogliamo la felicità, iniziamo a cercare la gratitudine nel nostro quotidiano.

Questa è la stagione per creare ricordi.

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Oggi siamo in montagna, tra neve, ciaspole e poi Brunico per i miei adorati mercatini di Natale: sorseggio vin brulè, mi scaldo con i falò all’aperto, mangiamo patate al cartoccio ripiene di ricotta.

Si sente il Natale: tra le luci, il freddo. Spio in una casa dal portone bellissimo, vedo soffitti alti bianchi e un gioco di sottili rami di metallo appesi al soffitto: immagino la famiglia che ci abita, una bambina paffuta ci capriola davanti e penso che magari è lei che abita lì. Immagino il forno della cucina, un cane color miele, una poltrona con una coperta appoggiata e dimenticata sul bracciolo. La normalità. La felice consuetudine della normalità.

Non cerchiamo di essere perfetti: la perfezione è abusar ai giorni nostri. la perfezione stanca. Cerchiamo di lasciare senza parole. Cerchiamo di essere in grado di stupire chi amiamo. Di conservare il nostro cuore tenero – come siamo. Che in un mondo sempre più ego riferito, avercene di cuori così – è la più grande ricchezza. E assolutamente non una debolezza.

Cerchiamo di essere pronte: il vento ricomincia a girare bene, ci solleva, ci ispira. E noi surfiamo su queste onde meravigliose che ci travolgono con il loro blu, e con la schiuma che diventa stelle.

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Questa volta è venuta nella mia cucina Martina di Ciucci&Chiffon.Amiche da un po’ di tempo, un tempo abbastanza buono da legittimarci a poter parlare di tutto, su tutto e soprattuto sapendo di trovare comunque un’alleata, una persona che prende i tuoi limiti e riesce a trasformarli in pregi.

Quando rimasi da sola a due passi dall’altare, fu lei a incollare i cocci, tra chiamate mattutine e spedizioni in quella che era stata la mia vecchia casa, per riempire una Mini con 5 anni di quella che era stata la mia vita. Sempre lei a riempire di sale il collutorio dell’ex che ha spezzato un cuore Gipsy, e sempre lei che ha riempito di dado vegetale il suo Braulio.

Ci siamo divertite: tra una sua gravidanza, champagne e chiffon, macramè e sorrisi.

Io la chiamo Kat, lei mi chiama Kit e l’esplicazione della nostra amicizia sta proprio in questo: siamo come il cioccolato KitKat.

🙂

Ecco la sua ricetta per una merenda di natale che sappia di calore e canzoni.

Crepes di Natale

3 uova
Mezzo litro latte
250 gr farina
Burro qb
Cioccolato per farcire
Lamponi freschi
Zucchero a velo

Sbattere le uova in una terrina fino a renderle spumose.
In un altra terrina mescolare insieme latte e farina stando attenti che non si formino grumi.
Aggiungere le uova e mescolare il tutto.
Scaldare una padella antiaderente con una noce di burro e versare un mestolo o di impasto facendolo girare in modo da coprire tutta la superficie della padella.
Attendere che i bordi si alzino per girarla.
Guarnire con cioccolato fuso e lamponi e concludere con una spolverata di zucchero a velo

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4 Comments

  • A...lessandra says:

    Io cara gipsy del mio cuore, credo che ci sia solo UNA cosa nella vita a cui nn c’è rimedio, ed è la più famosa…
    Per tutto il resto i rimedi ci sono, le parole come coltelli possono essere ritirate, i momenti perfetti nn sfruttati potrebbero tornare e x i sogni ci vuole solo coraggio, nn tempo.
    La vita ce ne da tante di chance e sta solo a noi coglierle!!!
    Tu e Martina siete meravigliose, tanto quanto il suo blog che più di una volta mi ha fatto schiattare dalle risate!
    Evviva la stagione dei baci, dello stringiamoci che fa freddo e delle lucine.
    Buona montagna chérie!!!
    Baciuzzi

  • chiara says:

    KitKat! fantastic 🙂

  • emanuela says:

    le tue parole sono sempre giuste. un abbraccio

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