Ricette

Plumcake che sanno di nuove speranze e di inverno.
Questa sera ho chiuso la giornata con una telefonata di mio padre. Una di quelle brutte per intenderci, dove recriminava ogni cosa, per poi sottolineare la mia completa inadeguatezza, a suo dire, nell’approcciare questa mia nuova scelta di vita.
Non solo non la condivide e non vuole averci nulla a a che fare, ma cerca di mettere ogni bastone che trova, davanti a tutte le ruote a mia disposizione.
Questo fa male.
Ma non fa male per la contrapposizione di idee, quanto piuttosto nella dinamica degli avvenimenti.
Non lo nego: ho sempre avuto un debole per mio padre.
Bello e dannato da giovane, sempre profumato di vetiver e patchouli. Una specie di principe azzurro con giacche e camicie sempre perfette e nodi di cravatta stretti giusti – né piccoli né grandi.
Sfuggente, molto “orso”, senza esternazioni di affetto – forse è per questo che faccio fatica a dare baci e tenere le mani in pubblico.
Un faccendiere: il famoso bello e impossibile cantato dalla Nannini negli anni 80, questo era mio padre.
Negli occhi questa poesia malinconica, nelle spalle il peso di una famiglia affaccendata, difficile, impegnativa che come primogenito di 5 figli – 4 femmine e lui l’unico maschio – si è sempre addossato il peso di ogni responsabilità – dalle marachelle di mio nonno, ai dispiaceri di mia nonna, fino a arrivare alle scappatelle delle sorelle – è andato persino in India a recuperare la zia di Londra, quando questa per amore scappò lì un anno intero.
e se mancava anche solo una inclinazione in vocale, non mi schiodavo da quel triangolo di moquette davanti alla maniglia dorata.Gli anni passano, il matrimonio con la mia mamma cede e così cede anche il mio sogno di amore verso l’unico uomo dal quale ho sempre voluto sentirmi accettata.
Attenzione: cede la speranza di essere ricambiata, ma non l’amore incondizionato che comunque riversavo su di lui.Arriva l’adolescenza, io mi rinchiudo in me stessa e faccio mio il dolore di mia madre, rifiutandomi di approcciare mio padre e la sua nuova famiglia, ostinandomi a cercare i motivi del non volermi del mio babbo, in una somiglianza sempre più marcata alla mia mamma, dalla quale lui non solo era scappato, ma evitava di gran lunga.Passano altri anni, e le divergenze sono così forti che non solo non vengo invitata al suo nuovo matrimonio, ma decido di non dedicargli nemmeno la tesi, perché mia madre aveva messo un ultimatum su questa – e dopo anni, solo adesso capisco a mente fredda il punto di vista di ciascuno…ma una domanda sola rimane viva in me: perché nessuno ha provato a capire come stavo io, in questi anni che sono sembrati infiniti, difficili e un po’ freddi?
E poi: poi arrivano questi, di anni. Io brava figlia che non delude e accetta percorsi di vita stabiliti perché così so che posso dare soddisfazione e nutrire la felicità di chi amo, e per il quale amore darei un braccio.
Eppure a volte sembra che nulla sia mai abbastanza.
Eppure non metto in dubbio niente, si tratta solo di una stanchezza diffusa, che lascia un sentore di amaro, difficile da coprire o ignorare.
Sono così: nei miei mille difetti e nelle mie infinite mancanze.
Ma se nemmeno chi dovrebbe amarmi secondo la famosa regola ” ogni scarrafò è bello a mamma soia” riesce ad accettarmi pienamente se non faccio ciò che penso sia meglio per la mia personale ricerca di felicità, come potrò mai essere pienamente adorata da qualcun’altro?
Non è una domanda che vuole risposta, è solo lanciata nell’etere, non cerco affermazioni o comprensione o ancora peggio pietà.
Vorrei solo capire. Capire e risalire alla fonte di tanti perché che stanno ancora circumnavigando i miei interrogativi.
Nel frattempo mi basta consolidare e giustificare questo mio bisogno di curare chi ho accanto: so come prendermi cura degli altri, sono la geisha perfetta. Ma non ho la più pallida idea di come ci si faccia a fidare, affidare e abbandonare nelle mani di qualcun’altro, che la verità è che on permetto a nessuno di prendersi cura di me, perché non sono capace di farlo.
170 gr di farina di farro
1 bustina di lievito
200 gr di zucchero
3 uova
70 gr di cocco grattugiato
120 ml di olio di cocco
3 uova
190 gr di latte di mandorla
100 gr albicocche secche
100 gr mirtilli secchi
50 gr noci
50 gr nocciole
semi di papaverotritare noci e nocciole grossolanamente. Mettere da parte.
Mettere i mirtilli con le albicocche secche in una bacinella di grand marnier per farli riprendere, per circa 30 minuti. Poi scolarli e mettere da parte.
in una ciotola, setacciare le due farine, il lievito,il cocco grattugiato, lo zucchero.
In un’altra mescolare le uova con l’olio di cocco e il latte di mandorla, fino a creare un composto omogeneo.
Aggiungere il composto liquido a quello degli ingredienti secchi. Unire la frutta secca che avrete prima infarinato a parte, le noci e le nocciole.
imburrare uno stampo da plumcake, versare il composto ottenuto, cospargere la superficie di semi di papavero e infornare in forno pre riscaldato a 180°c per un’ora circa.
13 Comments
Già ti vedo mentre scrivi queste parole di getto, col cuore gonfio e la tastiera che impazza. Si sente la spontaneità delle tue parole e ne esce una forza incredibile. Una forza che emerge dalle macerie ti tanta debolezza, ma che oggi rappresenta solo una gran Donna con coraggio e determinazione.
I genitori non vogliono il meglio per noi, vogliono la tranquillità x noi e x loro. Vogliono che i nostri percorsi siano dritti sentieri fra le margherite e non tortuosi viottoli fra le rose, in cui potremmo perderci e pungerci.
Vanno confortati, dicendo loro che nella vita, x mandare un altro cv come PR c’è sempre tempo, ma x fare quello che stai facendo tu il tempo giusto era qui e ora!
Sono con te chérie
️Baciuzzo lo
Alice, non puoi immaginare quanto ti capisca…….ma, ricordati che la tua ” famiglia ” è che ti sta accanto….
Sono d’accordo con Alessandra. I genitori ci vogliono proteggere dal dolore, dai rischi, dalle preoccupazioni. Vengono anche da altri anni, in cui una volta sistemati si restava tranquilli nel proprio angolino senza sognare oltre. Non capiscono che ora il mondo è diverso, che le opportunità vanno colte e tenute strette con i denti. Che quando ci sono lavori e avventure che ci fanno battere il cuore a mille allora sono quelli che vanno inseguiti, e non la scrivania dove eravamo inchiodati prima.
Ma non dimenticarti che, nonostante tutti, i genitori ci vogliono un mondo di bene, sempre e comunque, anche quando ci sono sbattimenti di porte e di cornette del telefono e grossi lacrimoni. Non lo percepiamo sempre, ma è un amore che non va mai via.
Un abbraccio
Percorrere la strada della propria felicità credo sia la scelta più coraggiosa che una persona possa fare, il tuo cammino lo hai iniziato ed è il passo più importante, ma non fermarti! Se tu non ci avessi provato sarebbe rimasto il tuo più grande punto interrogativo, e il raggiungere un obiettivo nonostante i bastoni tra le ruote sarà la più grande soddisfazione. Capisco perfettamente che chi ti mette i bastoni tra le ruote dovrebbe essere (in teoria) sempre dalla tua parte, ma forse ci vuole solo tempo…
Ti abbraccio,
Dony
ciao ali.
rispondo in merito al concetto che , quando papà ed io ci siamo separati,non ci siamo occupati del tuo dolore.
ricorda ,la nonna,la zia ed io facevamo intorno a te, cercando di non farti mancare nulla, in termini affettivi.
certo, io ero addolorata e il mio grande amore per te ti arrivava strpicciato e faceva giri immensi e poi arrivava .
tu eri arrabiata. volevi noi tre insieme, non me e basta visto che il papà si era perso.
io non ho potuto fare nulla per questo. lanciavo messaggi che arrivavano distorti e che tu non volevi.
tu volevi la tua famiglia, il resto poco importava.questo non potevo dartelo e per anni ti sei allontanata da me, aggiungendo dolore su dolore,correndo dietro le briciole che papà ti lasciava.
ora sei una donna,e lui ha perso la tua giovinezza, il tuo vissuto.
per questo ora pretende ubbbidienza ceca e amore a singhiozzo.crede che tu sia una bambinna .
non farci caso, sei cirondata oltre che dalla tua famiglia, dalle tue meravigliose amiche.
credimi, non è poco.
sei ricca di amore, devi solo vederlo. non buttare via la tua vita come se mancasse sempre il famoso 1 per fare 2.
trova pace, sii serena
mami
un abbraccio fortee un bacio sui tuoi capelli perennemente spettinati.(ma xè ce l’hai con loro?)
mami
Stupenda questa mamma!
Ali sei piena d’amore intorno a te
Alice ciao,
con questo post mi hai fatto cadere in un grosso e lungo sospiro. Ti capisco sai, neanche a farlo apposta ho appena attaccato il telefono con mia madre e avrei voluto chiamare mio marito o una mia amica per dire che non è possibile che mia madre ancora mi lanci frecciatine su come devo vivere la mia vita e sulle mie scelte lavorative. Ma è così. la domanda che faccio a me e a te è perché ancora è così importante? io penso che dobbiamo adorarci da noi e sicuramente chi ci sta accanto ci adorerà. non penso che dietro l’incapacità di accettare le scelte diverse ci sia un non amore, solo incapacità di pensare che sì in questa vita si può anche scegliere di essere felici. Senza inseguire le scelte di altri per compiacere e vivere una vita non nostra.
baci
fede
Alice, mi chiedo come mai arrivi qui soltanto adesso, ma forse esiste un momento giusto per tutte le cose e le scoperte… il tuo sito sa stupire, subito, al primo assaggio di lettura… e chi semina e mangia parole come me, come fossero madeleines, non può che restare piacevolmente impigliata nei tuoi post, che meritano tempo e attenzione… quindi sappi che in silenzio camminerò tra le tue pagine a guardare e sentire il bello che (mi) trasmettono…
Quando si dice “è un piacere”, in senso vero…
Cara Alice,
sto ancora pensando a ciò che ti ha scritto tua mamma sopra, sono parole che trasudano di AMORE, riflettici.
Io da mamma ti dico che quando voi venite al mondo non c’è un manuale che ci spieghi come fare, venite al mondo senza istruzioni per l’uso!
Andiamo a istinto, cercando di fare il nostro meglio e sopportando tanti sensi di colpa.
Io sono solidale con tua mamma che si è trovata sicuramente persa con una figlia piccola da crescere.
Non riesco nemmeno ad immaginare come io avrei fatto a prendere tante decisioni riguardo ai miei figli da sola, senza l’appoggio pieno di mio marito.
Signora Marina, io le do un bacio, ha fatto una figlia speciale ed ha fatto un bel lavoro, diciamocielo.
Tu Alice, stai vicina alla tua mamma con tanta pazienza, pensando a quante notti ti ha curato quando avevi la febbre e stavi male, vedrai che funziona!
Non avrei saputo dirlo meglio..mi rispecchio tantissimo in te e in questa frase
“Nel frattempo mi basta consolidare e giustificare questo mio bisogno di curare chi ho accanto: so come prendermi cura degli altri, sono la geisha perfetta. Ma non ho la più pallida idea di come ci si faccia a fidare, affidare e abbandonare nelle mani di qualcun’altro, che la verità è che on permetto a nessuno di prendersi cura di me, perché non sono capace di farlo.”
Come ti capisco, niente è mai abbastanza. Nessuno si è mai interessato a capire come stavo io.
Non avrei saputo scrivere questo post e ti ringrazio per averlo fatto.
O muthos deloi….. (hai fatto il classico, mi sembra?!) la favola insegna che quello che passi in infanzia e adolescenza SARAI per il resto della vita.
Non condanno nessuno -ci mancherebbe- e non voglio mancare di rispetto a nessuno -ri ci mancherebbe- ma talvolta i genitori non hanno la più pallida idea di come il loro comportamento influisca sui figli e sul loro futuro psicologico. In tutta buona fede, s’intende.
Ma io, che ho avuto due genitori fantastici di cui uno non c’è più e la mia infanzia è il mio giardino segreto in questi anni di maturità (42 1/2 btw), anni anche molto difficili, io -dicevo- mi arrabbio come una iena quando vedo persone-figli che nonostante tante cose belle nella vita hanno questo tarlo dentro. E cercano affannosamente la soluzione. “Bravi genitori, complimenti!!” penso.
Lo so, sono molto diretta, pecco di mancanza di tatto e di questo ti chiedo scusa, ma come sei aperta e sincera tu, sentivo il bisogno di esserlo anch’io.
Fantastico plumcake! solo una cosa le uova sono 3+3 oppure solo 3?
Grazie
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