
Catalunya on the road
Cosa pensate quando dico Catalunya? Io penso all’ all i oli. Al pan i tomaquet. Penso a profumi e sapori che nella loro semplicità creano piatti sopraffini.
Penso a pescato fresco e a pescatori dall’animo rude ma esperto. A chef, naviganti e sognatori.
Penso alla mia acqua preferita, la Vichy Catalan e a sorseggiare cava guardando il mare.
Questo è l’anno gourmet della Catalunya e i nostri cugini catalani fanno le cose in grande per festeggiarlo: menù dedicati e piatti ancora più buoni da servire a un popolo di appassionati gourmandise.
Siamo partiti alla volta di questa nuova destinazione con un bagaglio a mano e la macchina fotografica pronta a scattare scenari meravigliosi intervallati da piatti deliziosi e le aspettative sono state di gran lunga superate.
Atterrati a Barcellona come prima cosa abbiamo noleggiato una macchina – non è vero: come prima cosa ho fatto tappa da Zara nell’aeroporto stesso per un’incetta di shopping volante – letteralmente vista la mal sopportazione del Gitano alle mie spese di abbigliamento – e ve lo consiglio perché in terra spagnola il nostro ProntoModa preferito ha prezzi se possibile ancora più bassi.
Fatto partire il navigatore, ci siamo diretti verso Sant Carles de la Ràpita. Questa ridente cittadina di pescatori nella terra dell’Ebre ci accoglie con un sole caldo e una selezione di tapas incredibile. Il mare è increspato e dal nostro ristorante – stiamo pranzando fuori, all’aperto, in un settembre un po’ magico- sentiamo ogni profumo che il mare ci regala, mischiato a soffritti di cipolla e vino bianco fresco.
Rifocillati e rinfrescati – volare Vueling è sempre un’avventura, ammettiamolo – siamo pronti per andare a scoprire il mercato del pesce.
Dormiamo in un hotel di charme a ridosso della spiaggia, che oltretutto è anche rinomato ristorante – meglio di così, non potevamo capitare.
Il mercato del pesce si trova nel porto che è stato costruito nel 1919 dai pescatori dell’Associazione “Verge del Carme”. Qui si svolge l’asta del pesce e si assiste all’arrivo delle navi e dei pescatori. Lo spettacolo è a dir poco tradizionale, suggestivo. Mi immagino una locandiera degli anni 20, in completi eleganti venire qui a negoziare ostriche e cozze per la sua cucina.
Tutto è svolto in maniera pacifica, oggi: sistemi computerizzati pesano le vivande e l’asta avviene con telecomandi modernissimi.
Mi imbambolo a guardare queste negoziazioni segrete, e immagino di cene romantiche quelle sere tra champagne e ostriche, calienti donne latine e uomini scuri accecati dalla passione che assaporano questi doni del mare.
L’esperienza però non finisce qui: sebbene ancora sazi dal pranzo, è tempo di dare una chance a queste ostriche e a queste cozze, che fanno invidia ai nostri cugini d’oltralpe tanto da chiedere ai catalani di allevare per loro le ostriche che poi finiscono nei piatti di ristoranti parigini – ebbene si, ne siete sorpresi?
La nave “La Golondrina” ci viene a prendere e sci dirigiamo verso i letti di ostriche e molluschi nella baia di Alfacs. Dopo aver assaggiato le deliziose cozze e ostriche, il tutto accompagnato da un bicchiere di cava, si continua con la visita della baia, dove si trovano meraviglie come il maestoso Salinas de la Trinitat o la Riserva Naturale di Punta de la Banya, una zona di nidificazione di fenicotteri. Ci fermiamo letteralmente in mezzo al mare, su palafitte bianche e iniziamo a mangiare le cozze più buone che abbia mai provato.
Il giorno dopo è tutto dedicato all’oro liquido: il miele. vestiamo i panni degli apicoltori, camminando letteralmente nelle loro scarpe, e nei loro panni. Dopo un mio iniziale attacco di panico, mi rendo conto di un altro miracolo di Madre Natura. Voi ad esempio lo sapete che se le api provvedono al 70% del nostro fabbisogno alimentare? Perché non ci rendiamo conto di quanto siano importanti per la stessa sopravvivenza di questa nostra umanità – che ha perso tanto, soprattutto di umanità stessa?
Visitiamo il Centro di apicoltura Mel Múria. Mel Múria lavora da sei generazioni con le api, seguendo i lunghi e tradizionali processi della transumanza con la finalità di ottenere dei prodotti naturali di altissima qualità. L’attività principale è la produzione del miele con rosmarino, arancio, timo, mille fiori, ecc. Il miele prodotto è di una straordinaria qualità e così è stato riconosciuto in vari concorsi nazionali ed internazionali. Inutile dire che scorta gigante tra miele e polline abbiamo fatto. Il miele di eucalipto è il mio preferito. Senza dubbio.
Alla fine di questa scorpacciata ci aspetta un’altra ottima delizia: la fideuà. Quella originale, quella croccante, ma morbida nel cuore. Veniamo accolti a braccia aperte dallo chef e dalla sua adorabile moglie. E non ci alziamo da tavola fino a quando non rendiamo onore alla sua cucina. Il locale è piccolo, un po’ buio ma nei suoi angoli molto accogliente e intimo. La cucina è ottima, obbligatorio puntualizzarlo. Così come la cantina dei vini.
Ci rimettiamo in macchina: da L’Ametlla de Mar a Miravet con il Pas de Barca (una specie di chiatta che attraversa il fiume Ebre). Il panorama è mozzafiato sul Castello di Miravet e tutto il villaggio.
Ci aspetta la conclusione perfetta di una giornata interra catalana: impariamo a cucinare pastissets in un forno del piccolo borgo, accolti dalla famiglia che gestisce da anni questa minuscola pasticceria. Purea di zucca, strutto e una ricetta antica che suggella il successo di questi piccoli e delicati dolci.
Finalmente l’ultima destinazione del nostro secondo giorno è un piccolo design hotel a Falset: sembra una casa, il ristorante è di soli prodotti a km 0 e bio. Facciamo una doccia calda e andiamo a coccolarci nei tavoli accoglienti con le candele accese, prima di una sana e rigenerante dormita.
Il giorno seguente culmina con l’esperienza umanamente più bella che abbiamo fatto negli ultimi mesi. Siamo stati a a Pinord Mas Blanc (DOQ Priorat). La nostra guida d’eccezione è una signora un po’ gipsy come noi, che dopo averci portato su e giù dalle vigne, ci fa accomodare in cima alle colline, e con olive verdi e vino fresco, ci racconta la meraviglia della sua storia personale coprì legata al territorio circostante, e ovviamente anche la storia e la peculiarità di questa regione gastronomicamente così ricca.
El Priorat è una delle più antiche regioni vinicole in Spagna. Il vino viene prodotto qui da otto secoli. Si trova in una zona montuosa nella provincia di Tarragona, con forti pendenze, che domina le valli dei fiumi Siurana e Montsant. Quattro decenni fa, uno studio sulle attività agricola nella regione, pubblicato dalla Food and Agriculture Organization delle Nazioni Unite (FAO), ha concluso che El Priorat aveva tutti gli attributi necessari per rendere uno dei migliori vini del mondo. E provandoli non possiamo fare altro che confermare quanto appena decretato.
Ancora sulla strada, questa volta direzione Cambrils: Cambrils è conosciuta come la “capitale gastronomica della Costa Daurada”, grazie alla qualità degli ingredienti che compongono i suoi piatti squisiti, tra cui il D.O. Siurana -olio extravergine di oliva di fama mondiale-, e la professionalità dei suoi chef. Abbiamo una cena dallo chef del ristorante Rincon De Diego , stellatissimo cuoco di questa piccola località, che ci fa degustare vari piatti speciali a base di pesce.
Appena prima di partire e tornare dalla nostra Brie, ci fermiamo a Tarragona, città patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.
E qui mi sono sentita meravigliosamente. Una città così’ piena di meraviglia in ogni angolo che non si può andarsene senza rimanerne colpiti nell’anima. Mangiamo da Lola Tapes e gustiamo il nostro ultimo pranzo catalano prima del rientro. Tutto eccezionale, ça va sans dire.
E lascio che nella mia mente si fissino ricordi, sapori, umori e profumi di questa straordinaria terra tutta da scoprire e godere.
Si ringrazia_
www.catalunya.com
www.costadaurada.info
www.terresdelebre.travel
http://www.elmolidelsavis.com
http://en.lotuspriorat.com
http://www.restaurantquinoa.com
http://www.hotelmonica.com/en/
Pranzo Lola Tapes a Tarragona
http://www.lolabistro.cat