
Un weekend a Marrakesh
Andare a Marrakech e scoprire di amare i tatuaggi all’henné, di voler sapere tutto sui rituali berberi e di amare il tè alla menta così tanto da programmare una visita al vivaio più vicino per comprare decine di quelle piante da mettere in terrazzo per le sere estive.La medina è un caos affascinante. Piena di colori, di profumi. Vento che sa di curcuma e aria che sa di rosa, di piscio di gatti, di spezie, di tè alla menta e poi ancora di cibo grigliato. Un cielo che sembra essere stato fatto apposta: blu majorelle, e allora sappiamo subito perché Yves amasse così tanto trovare ispirazione camminando in questo connubio e crocevia di contrasti. Forse la prima cosa da fare quando si arriva qui, è abbandonare ogni pretesa e fidarsi. Fidarsi di chi ci vuole portare in giro a scoprire la sua città, perché davvero solo così potremmo scoprire mondi magici, come vasi di pandora che si scoprono improvvisamente aprendoti tesori di Narnia che nemmeno pensavi potessero dispiegarsi dietro quelle strette e intricate vie. La colonna sonora sono i muezzin che spezzano con la loro voce il ritmo di traffico che pulsa incessante tra serpenti, venditori di fumo, scimmie e coriandolo. Si il coriandolo. Negli angoli improvvisamente si fanno largo frutta e verdura e foglie di coriandolo e menta fresca, ed allora bam, come un altro pugno vieni investito nello stomaco da sapori sconosciuti e al tempo stesso familiari: ricordano quello che abbiamo qui, nel nostro occidente ma hanno la selvaticità della loro terra d’origine, perché questo è il marocco: deserto alternato a giardini lussureggianti e orti botanici.
Cuore come oceano. Corpo come montagna. Mente come cielo. Curiosità come motore di azione. Fiducia come unica marcia che conosciamo per mettere in moto l’ingranaggio della conoscenza. Di quel mattino in cui il mio gitano fece amicizia con un ragazzo della Medina che ci portò dalla sua famiglia, che dipingeva lane e tessuti. E ci si aprì un mondo stupendo, fatto di colori e tetti da dove osservare Marrakesh. E poi ancora: un vento stranamente fresco.
Quando andare: Sempre. E’ una destinazione da tutto l’anno, 365 giorni. Autunno e primavera le temperature migliori. Inverno clima mite ma di notte crollano i gradi. L ‘estate raggiunge vette di 42°C e bisogna anche considerare il ramadan.
Cosa vedere: Marrakech è la città dell ‘attimo fuggente. Da non perdere Koutoubia al tramonto con le preghiere cantate.Girovagare per il mercato Bab Doukkala comprando menta e tessuti. fLa piazza Djemaa el-Fna,il Bahia Palace, la meraviglia dei Jardin Majorelle. Il museo di fotografia e Visual Arts disegnato da David Chipperfield (mmpva.org). Esplorate El Badi Palace e le sue rovine.
Cosa mangiare. Lo street food è a proprio rischio e pericolo. Io parto dal presupposto che in certi posti proprio i miei anticorpi non arrivano ma essendo curiosa mi va bene poi non stare in forma perfetta con la pancia. Tanta Enterogermina e passa la paura. Detto questo: evitate comunque di bere acqua del rubinetto ( vedi sotto: no bocca aperta mentre si fa la doccia e occhio mentre ci si lava i denti). La tajine è un piatto a provare assolutamente – se dormite in un riad chiedete di assistere a una lezione di cucina per imparare i trucchi per la tajine perfetta. La spremuta d ‘arancia fatta per strada è eccelsa. Un altro sapore, incredibile. Il tè alla menta, magari mentre contrattate in una bancherella, fatevelo offrire.I marocchini sono ospitali, soprattutto quando fai affari con loro ed assistere al loro rituale del tè è meraviglioso, cultura allo stato puro. Le olive sono eccezionali – non perdetevele. Da non perdere anche una esperienza gourmet al La Mamouia. Rilassatevi prima con un cocktail preparato da uno dei migliori bartender del mondo, e poi godete una passeggiata in quel meraviglio giardino che racchiude la struttura. Più di 500 tipi di fiori e piante diverse. Infine, avventuratevi tra candele e lanterne al ristorante Le Marocain per una pastella di couscous e aragosta da far traballare i sensi.
Dove dormire. Non perdete l ‘esperienza in riad perché è davvero eccelsa. Non perdete l ‘esperienza in riad perché è davvero eccelsa. Noi abbiamo soggiornato al riad Dar Darma; e con la cuoca Maria abbiamo provato a cucinare la vera torta di semolino, il coulis di pesca e la tajine immancabile di verdura. La struttura è ipnotica e racconta di storie antiche. Servizio eccelso e grande qualità in ogni decoro. La colazione è incredibile. Ambiente raccolto, un sapore di dimora antica, come fosse la casa segreta del Sultano e della sua amante. Toni scuri ma tutto è illuminato da un uso sapiente della luce. Se invece preferite il lusso, il già citato La Mamouia vi conquisterà. 5 stelle extra lusso, completamente rinnovato e con ogni comfort che si possa immaginare. Hemingway era un aficionado e ogni dettaglio è curato alla perfezione. I letti sono incredibili: immaginatevi un king size bed ma più grande ancora. Ci sono due piscine e una spa che vi farà dimenticare il sudore e il caos esterno. Ristoranti gourmet e persino un gelataio che vi stupirà con gusti come mandorla affumicata e similari. Un orto e un giardino botanico che rappresenta il vero lusso a cui mi riferisco.
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