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Legal for Dummies: Stepchild Adoption. | A Gipsy in the Kitchen

Legal for Dummies: Stepchild Adoption.

* Di federica Brondoni

Stepchild Adoption. Ne sentiamo parlare spesso ultimamente in tivù o sui giornali. Ma cos’è esattamente?

E’ il termine in lingua inglese che sta ad indicare la possibilità per un adulto di adottare quello che una volta veniva – non proprio simpaticamente, diciamolo – chiamato figliastro/a, e cioè il figlio/a della compagna o del compagno.

Tale possibilità non è ancora prevista per le coppie gay, o meglio: non è ancora prevista per legge. La normativa sulle unioni civili (la famosa legge “Cirinnà”), infatti, è risultata essere il frutto di un compromesso politico tra le istanze riformiste di una società che negli anni ha visto cambiare radicalmente il modello di “famiglia”, da una parte, e le resistenze di chi riconosce solo la famiglia basata sulle unioni eterosessuali e sul matrimonio, dall’altra. Per tale motivo la parte del ddl che avrebbe dovuto disciplinare la stepchild adoption anche per le coppie omossessuali è stata stralciata in sede di conversione in legge. Come dire, “per ora accontentatevi di questo, che è già tanto…”.

Va da sé che, come accade di solito, la società civile è molto più avanti rispetto a qualsiasi cornice legislativa. Ed è sempre più comune che nelle coppie omosessuali il genitore non biologico si comporti in tutto e per tutto come un vero papà/mamma, facendosi carico spontaneamente dei doveri che incombono alla cura ed alla educazione dei figli, ma non godendo degli stessi diritti del genitore biologico. Parliamo sia dei problemi legati banalmente al quotidiano (ovvero di ogni volta che serve un genitore ufficiale: chi ha il permesso di ritirare il bambino all’asilo? o di questioni economiche, come il mancato riconoscimento degli assegni familiari al genitore non biologico che tuttavia contribuisce al mantenimento ed alla cura del minore, ecc.) sia di quelli più drammatici (in caso di separazione o di morte del genitore biologico).

A rimediare a questa situazione di vuoto normativo ci stanno pensando i Giudici, che sono di fatto chiamati a pronunciarsi sulle esigenze concrete, e non meramente ipotetiche, dei cittadini. E’ il caso del Tribunale per i minori di Roma, che pochissimi giorni fa (il 9 marzo 2017) ha riconosciuto la stepchild adoption per una coppia di donne romane, una giornalista e una scrittrice, che hanno concepito una figlia attraverso la fecondazione eterologa. O del Tribunale di Firenze che, solo qualche giorno prima, aveva accolto la domanda di riconoscimento dell’adozione di due fratelli, minori di età, pronunciata da parte di una Corte britannica in favore di una coppia di uomini italiani.

Il tema è delicato, perché al di là di come la si pensi al riguardo, il punto fermo da tenere presente è principalmente quello di garantire il benessere psicofisico dei bambini, ai quali è importante offrire amore e cura, indipendentemente dalla struttura della famiglia: tradizionale, arcobaleno, genitore single, famiglie allargate. E oltre i pregiudizi, a cui siamo portati tutti noi adulti. Lo aveva già capito Antoine de Saint-Exupéry  ne Il Piccolo Principe: “Tutti i grandi sono stati bambini una volta. (Ma pochi di essi se ne ricordano)”.

 

 

*Di Federica Brondoni, Avvocato Civilista di Milano, amante della filosofia Green, entusiasta della vita, felice di spirito e buona d’animo. Mamma di tre pelosi: Baffo, Polo e Rocco.

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