
Love Birds: l’amore ai tempi delle bollette
Della luce, del gas, del riscaldamento.. Non fai a tempo a rilassarti che eccolo tornare dalla passeggiata con Brie da una parte e dall’altra la bolletta del riscaldamento e magari una cartella esattoriale di qualche multa presa chissà dove chissà quando.
Catastrofi quando invece lascio accese le luci – per sbaglio – in bagno. Lì il finimondo. Mi ha persino limitato l’uso della stella di Natale accesa tutto l’anno perché i piccoli bulbi in realtà sono “emissari di Enel che ti spillano soldi vendendoti la magia di Santa Claus”.
Non parliamo poi della stagione invernale: come gli stilisti si preparano a sfoderare meravigliosi macramè abbinati a cachemire impalpabili, la vostra Gipsy colleziona tute in pile, strati di lana e berretti da abbinare a calzettoni tripli e coperte riscaldanti per abbattere l’insensibilità del Gitano che inesorabilmente abbatte la temperatura a 18°C anche se prova a spiegargli che la nostra casa è piena di spifferi. prova a raccontargli che 18°C equivalgono su una superficie di 150 mq disposti su tre piani a 16°C percepiti. Prova a spiegargli che dall’alto dei miei 50 e qualcosa chili ho sempre freddo, anche ad agosto, figuriamoci in inverno. Nulla fa, riesce persino a mentire asserendo di trovarmi attraente in versione omino delle nevi multi strato, aggiungendo a fronte di sbaffo totale che è così sexy togliere poi tutti quelli strati…si ma bello, chi toglie cosa?Per quanto mi riguarda ne parliamo a maggio quando le temperature sono abbastanza alte da permettere alla sottoscritta di abbandonare la maglia della salute e iniziare a lamentarsi del caldo, con spin off di countdown natalizi e preghiere di autunni anticipati.
Non solo: ho persino messo 3 piumini nel letto, il che lo legittima durante le notti invernali a spegnere i riscaldamenti nella zona notte. Ammetto che 3 piumini, di cui 1 sotto il copriletto, uno appena prima al lenzuolo con gli angoli e uno in cima, forse sono esagerati – ma vuoi mettere la morbidezza? Però farmi dormire al gelo equivale a una tortura cinese di grado 1.
Altro punto di non ritorno: l’acqua che scorre. L’ho avuta vinta sul bagno caldo, ma mentre ci laviamo i denti essendo molto distratta lascio o meglio lasciavo aperta l’acqua che scorre…eh si perché all’ennesimo urlo di tardano non mi è restato altro da fare se non barattare questa mia superficialità con due pain au chocolat ogni weekend.
E’ incredibile: ci sono momenti in cui trovi persino il coraggio di riderci sopra. Altri momenti invece quando chiavetta dell’home banking alla mano paghi questo sfacelo di conti che vorresti vendere tutto e trasferirti su un’isola deserta.
Fatto sta che io ho le mani bucate, le ho sempre avute e far quadrare i conti non è mai stata la mia specialità, ma da quando non sono più quella copycat di Carrie Bradshow che circolava in città tra Plastic e saldi di Valentino, iscritta a ogni newsletter di ogni carissimo net-a-porter o mytheresa.com , e che effettivamente spendeva lira del signore in tacchi 15 e top in paillette che diventavano subito inusitati, sono diventata una Rottermaier dell’economia domestica.
Laddove però ho a che fare con un cannibale della precisione, quindi ogni mio tentativo di precisione risulta poco incisivo rispetto al suo senso innato di gestione del risparmio e calcolo del rischio: il gitano da bravo capricorno ascendente capricorno non me ne fa passare una.
Vale a dire: ho sostituito i vari Valentino – tutti messi su vestiaire.com – con delle bellissime “zarate”, la mia droga si chiama amazon e il mio essere compulsiva si traduce in spese matte di impermeabili per cane, sali da bagno e formaggi speciali. Però sempre categorizzati shopping indi sprechi sono per lui: e non mi resta far altro di fare fuitine dalla portineria al mio studio sperando che lui sia in bagno o distratto così da imboscare i pacchi che arrivano, facendoli poi riesumare dal quotidiano e nel quotidiano e quando scatta la domanda cruciale:
amore ma questo da dove arriva?
Con finta nonchalance inventare finti regali da parte di altrettanto finte amiche/sorelle/mamme…sono arrivata persino a dichiarare che Brie mi aveva comprato dei sali da bagno. Poi chiaramente dopo queste affermazioni corro a chiedere asilo politico all’area cani accanto a casa dove rimango fino a quando il mio orso non sbollisce la rabbia e posso coprirlo di miele e poesia.
Ragazze la verità è che con i ritmi che si fanno, si fa sempre più dura riuscire a mettere via soldi. Non basta dire che non sono più gli anni 80 ruggenti quando i nostri padri riuscivano a compare case e saldare debiti che nemmeno facevano in tempo a fare. Siamo negli anni duemila e qualcosa, e il futuro è qui, insieme a un aumento esponenziale del costo stesso della vita. Vale a dire: o rientri nella categoria dei fortunati che possiedono una casa di proprietà, oppure accantonare e vivere decentemente è un’equazione che non torna più.
Vivi bene, per carità, ma non metti via nulla. Metti via, e non vivi più perché la verità è che anche la qualità stessa dei beni da possedere ha aumentato (s)proporzionalmente il suo costo, e se vuoi mangiare sano – ad esempio – devi spendere di più. E così via.
Quindi di base: conto in comune c’è. Conto aziendale anch’esso in comune c’è. Mi rimane un minimo di spazio di azione che è il mio conto personale – sempre sconfinato oltre al fido che non so per quale santo continuano a rinnovarmi, e qui scatta il facepalm – dove potermi muovere con destrezza e salvare un po’ di quella agilità che mi serve per imboscare l’ultimo carrello di Zara e Amazon arrivato dal custode.
La walk of shame poi a fine mese è in agguato, e quando sbircio il saldo finale della gestione delle entrate versus le uscite, tracollo: il colpo di grazia di solito arriva dalle tasse, la fottutissima iva che ogni tre mesi arriva tra capo e collo, sferrando il famoso calcio negli stinchi. Qui a nulla valgono lacrime, scene da cabaret e promesse di vendere ogni gingillo extra. Qui l’unica cosa che ci pacifica è pensare a fughe in Australia o nel più vicino bosco svizzero, ma chiaramente anche con questo poi si viene a patti.
Inutile pensare che si possa trovare il giusto compromesso: io, la fatina del Natale non potrei mai immaginare di non accumulare regali seriali tutto l’anno e lui, testosteronico capricorno terra su terra, mai capirà il senso di gioia quando compare sullo schermo “Grazie, il tuo ordine è stato effettuato”.
Quindi? La soluzione rimane unica: agilità nell’imboscare nell’oscurità pacchi e pacchetti e destrezza nell’inventare scuse giustificando i vari sgamuffi che internet aperto 24h su 24 ci induce a fare.
Quindi?Conto in comune si – fa subito casa, famiglia – account amazon condiviso MAI.