Ricette

Crème brûlée alla camomilla
difficoltà: Facile
porzioni:




10 minuti di preparazione, 60 minuti di cottura
Ingredienti
8 tuorli
1 bustina di camomilla
125 ml di latte
500 ml di panna liquida
130 gr di zucchero
1 stecca di vaniglia
Passaggi
Accendere il forno in modalità statica a 180°C. versare in un tegame latte, camomilla, panna e vaniglia. portare dolcemente a ebollizione mescolando. Nel frattempo in un’altra ciotola mischiate tuorli e zucchero, avendo delicatezza nel mescolare, senza montare troppo le uova. A questo punto aggiungete a questo composto, quello liquido usando un colino a trama fitta e mescolate fino a quando sarà omogeneo. Disponete il composto in pirottine e infornate per circa 50/60 minuti. Sfornate e lasciate raffreddare circa 15 minuti. Cospargete di zucchero di canna – un cucchiaio per pirottina e o bruciacchiate il top con l’apposito strumento oppure passate sotto il grill caldo.
Crème brûlée alla camomilla.
La francesità: ovvero quel qualcosa che profuma di rossetto rosso e Chanel N°5.
Io l’ho sempre sentita un po’ mia, questa cosa di essere francese.
Leggenda narra che sia stata concepita a Parigi, durante il viaggio di nozze dei miei. Poi c’è stato il mio lavoro da Chanel, e infine da Stella {McCartney}: trasferte parigine anche di 15 giorni filati, ogni tre mesi per preparare, respirare e vivere l’Alta Moda.
Le vacanze del weekend in Costa Azzurra, a Saint Tropez. Le spiagge di Ramatouelle. Il vino rosè. La Camargue.
Mi sono tatuata un croissant sul polso, per ricordare a tutti che sono membro onorario della squad pain au chocolat. Le magliette a righe. Lo chignon scomposto.Poco trucco ma mai deve mancare rossetto rosso e unghie rosse, con quel tocco di profumo che differenzia.
La baguette calda del sabato mattina. Le madeleines cucinate alle tre del mattino.
Perdersi in una Parigi piovosa, a cercare spezie e librerie per vicoli sconosciuti, imbattersi in palazzi meravigliosi fatti di edera. O come quella sera di un fine gennaio passare per il Louvre e senire nella notte avvolta di neve un suono dolce di un violino.
E poi la creme brûlé : quel rito magico di spezzare la crosta di zucchero e perdersi tra sentori di vaniglia e zucchero croccante.
Ma parliamo anche di viaggi, perché è di questo che stiamo parlando alla fine: di viaggi fatti, sognati, pensati, desiderati. I viaggi, all’improvviso. Quella sensazione che ti prende quando ti metti in macchina senza una meta precisa. Magari pensando di andare da A a B e ti ritrovi in C. Quei viaggi in cui appena lasci l’autostrada e ti ritrovi persa in panorami che altrimenti non avresti mai incrociato. Fare una deviazione per trovare la pasticceria che ti racconta sapori magici. O dormire in un piccolo hotel di un paesino senza nome, solo per poter mangiare in quel ristorante di cui hai tanto sentito parlare. Caricare la macchina di bottiglie di vino, abiti bianchi e cappelli di paglia, fare incetta in supermercati minuscoli di cibo locale e marmellate. Docce di lavanda, spiagge arroccate trovate per caso e lì accanto quel piccolo bar dove poter assaggiare un liquore sconosciuto ai più. Bere birra e mangiare cozze guardando l’oceano, magari avvolti da un maglione pesante.
I paesaggi zeppi di malinconia della Normandia e della Bretagna. I profumi di pane nell’aria. Le boulangerie.
Oggi cucino una creme brûlé perchè è uscito nei cinema, “Parigi può attendere “: ci sono pochi film, così come pochissimi libri, che mi rimangono nel cuore. E questo è uno. Parla di tutto quello che vi ho raccontato qui sopra.
Già mi immagino con il mio rossetto rosso, i miei abiti leggeri di non colore e il mio amore Gitano, varcare la Francia in lungo e in largo con il nostro Van e la nostra Brie…adesso mi studio bene l’itinerario: come sarebbe una Gipsy guida della Francia?
🙂
#ParigiPuòAttendere #TourGourmet