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Il profumo di vacanze, delle pesche gialle e dei meloni bianchi | A Gipsy in the Kitchen

Il profumo di vacanze, delle pesche gialle e dei meloni bianchi

Di Gloria Ines Colombo*

Il caldo è ovunque. Il sole si nasconde dietro una cappa di aria umida e immobile. In autostrada si vedono sull’asfalto le pozze d’acqua che poi non raggiungi mai. Ferma ai semafori, la città sembra  un inferno senza fiamme. I passanti sui marciapiedi bollenti sprofondano come nelle sabbie mobili.
E’ un sollievo arrivare a casa dei gitani e camminare a piedi nudi sull’asfalto appena bagnato del loro terrazzino che sembra un giardino botanico. Il gitano sta progettando un nuovo sistema di irrigazione, mentre la gipsy prepara una cenetta per gli amici in arrivo. E’ un’oasi di pace che profuma di rosmarino, salvia e rabarbaro. Brie è incerta tra il formaggio di montagna e lo spezzatino. Mi porta il suo pupazzo, sembra andarne molto fiera 🙂 E l’ora e mezza di sofferenza sulla Milano-Venezia e la tangenziale est si trasforma in una serata meravigliosa.
Il profumo di vacanze, delle pesche gialle e dei meloni bianchi | A Gipsy in the Kitchen
Non basta accende e spegnere il condizionatore. Il fresco è anche uno stato mentale. Ho tutto un rituale a riguardo. Faccio colazione con i capelli bagnati. Resto all’ombra. Apro le ante delle finestre giusto un poco, per far passare qualche raggio di sole. Lascio scivolare le mani sul piano di marmo levigato della cucina. Mi fa pensare alle grotte di stalattiti. Mi vesto come se dovessi andare in spiaggia e invece dovrò lavorare fino a tardi. E alla sera cucino come se fossi in vacanza in Sardegna.
Il profumo di vacanze, delle pesche gialle e dei meloni bianchi | A Gipsy in the Kitchen
Mi ricordo quando prendevo il motorino di Nicola e scendevo in paese per comprare le brioche e i biscotti per la colazione. A quell’ora il sole galleggiava ancora sul mare scintillante di azzurro. Mi fermavo a guardare i pescatori che sistemavano le reti. I gabbiani del porto sembravano gridare mo-mio-mio. Spaghetti alle vongole veraci. Ecco quello che cucinerò questa sera. E una bottiglia di Vermentino, freddissimo.
Viticoltori toscani nel cuore, imprenditori nel mondo.
La tenuta Banfi si estende a sud di Montalcino, nella Val d’Orcia. 2800 ettari sapientemente coltivati a vigneti, oliveti, alberi di susine e fitti boschi. Un paesaggio da fiaba e storie di grandi vini. Brunello, Rosso e Moscadello di Montalcino. Ma anche Bolgheri e Chianti Classico. Negli anni, la loro passione per vino si è estesa ad abbracciare altri territori,  dal Piemonte, al Chianti, a Bolgheri.
Banfi La Pettegola 2016, Toscana Igt. | A Gipsy in the Kitchen
Uve Vermentino lavorate in tini di acciaio.
Giallo paglierino. Il profumo di vacanze, delle pesche gialle e dei meloni bianchi. Intense erbe aromatiche della macchia mediterranea. Buona acidità e freschezza. Persistente il finale, che allunga il miraggio di una brezza leggera in una sera d’estate.
Resta solo il ghiaccio che si scioglie sul vetro verde.
images via pinterest*
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