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STORIE DI VINI | Home

Orange. Ultima frontiera: Damijan Podversic, Ribolla gialla Igt.
Ribolla Gialla Igt, Damijan Podversic
Di Gloria Ines Colombo*
In principio fu Josko Gravner.
Anzi, se riavvolgessimo bene il nastro, ci ritroveremmo tra le montagne del Caucaso, in Georgia e nella Turchia orientale, più o meno nel 9000 A.C.
Per tornare a tempi più recenti, siamo in Friuli, al confine con la Slovenia, dove Josko e i suoi discepoli abbandonano i tradizionali metodi di vinificazione in botte per adottare le anfore e ancestrali riti di macerazione del mosto sulle bucce.
Sono i romantici del vino.
Sono l’esaltazione del sentimento e della natura, contro gli illuministi che progettano il vino al microscopio.
Il risultato sono vini potenti, magnetici, dai colori ipnotici e densi. Ambra, topazio, fino all’arancione di un cielo al tramonto. Sono gli orange wines.
Quando i gitani mi hanno sfidato su un terreno scivoloso come l’abbinamento pizza-vino ho pensato subito a Damijan Podversic, il discepolo più fedele agli insegnamenti del suo mentore. Il discepolo che ha superato il maestro.
La prima volta che ho assaggiato un suo vino, un Malvasia, ho chiesto una glaccette e per poco non vengo fulminata. Pare che Damijan sia particolarmente intransigente sulla temperatura di servizio a 15 gradi.
Non so altro di lui, eppure quando bevi i suoi vini sembra di conoscerlo da sempre.
Damijan guarda oltre, non si cura del rumore della folla e delle mode.
Guarda la luna nelle notti in cui il cielo è una pioggia di stelle e sa che domani dovrà sfalciare l’erba.
Josko gli ha insegnato che il futuro del vino è scritto nel passato.
E questa verità è incontrovertibile come un assioma.
Per fare il vino buono serve l’uva buona. Tutto lì. Basta rispettare la natura e i suoi cicli. Il difficile è non rovinare in cantina quello che la natura ha già fatto in vigna.
Damijan Podversic, Ribolla gialla Igt.
E’ l’antico vitigno autoctono del Friuli, coltivato secondo i sistemi di agricoltura biologica e biodinamica nei 10 ettari di vigneti sulle pendici del Monte Calvario.
Circa 7 mila bottiglie all’anno.
Vino non filtrato. Fermenta sulle bucce per 60-90 giorni e riposa per 23 mesi in botti rovere. Sosta in cantina per altri 6 mesi di affinamento in bottiglia prima di vedere luce del sole.
Oro giallo opaco.
Agrumi canditi, miele, pesche mature, erba sfalciata, note minerali e speziate.
Da abbinare a un calice Riedel di cristallo soffiato fatto a mano e su misura, e alla pizza croccante al pomodoro con coriandoli di mozzarella e parmigiano. E’ un abbinamento per affinità.
L’uva, la natura, il lavoro dell’uomo e lo scorrere lento del tempo in cantina.
La farina, l’acqua, la lievitazione naturale e un forno a legna.
L’unione degli elementi che è qualcosa di più della somma delle parti. E’ immateriale. E’ poesia.