
Rupi Kaur: una recensione
Rupi Kaur – Il sole e i suoi fiori, ed. tre60
Dalla nostra redazione, Federica Brondoni
Acquisto raramente libri di poesie, perché con un’autocritica sincera non mi reputo in grado di capirli. E quindi di apprezzarli. E allora mi annoio a leggerli. E finisce che dopo due poesie, li chiudo e li abbandono al loro destino nella libreria del book-crossing del mio condominio. Che spreco.
Invece, al contrario di ogni aspettativa, questo libro scritto da Rupi Kaur, una ventiseienne nata in Punjab ma cresciuta in Canada – che ho scoperto tramite il passaparola (la cosa più bella, secondo me, per i libri) – mi è piaciuto tantissimo.
Le sue poesie, per lo più brevissime (2 o 3 righe al massimo), sono di una semplicità cristallina, eppure sono in grado di scatenare quel movimento interiore (vogliamo chiamarlo pathose non se ne parla più…?!) che una poesia deve provocare.
Vi faccio un esempio, così ci capiamo meglio. Sentite – anzi, leggete – questa: “quando nevica/bramo erba/quando cresce erba/la calpesto/quando le foglie cambiano colore/imploro fiori/quando sbocciano fiori/li colgo”. Quando l’ho letta la prima volta, ho pensato: urca, ma questa sono io quando non sono mai contenta di niente e voglio sempre qualcosa di più! Solo che Rupi Kaur ha espresso il concetto con parole semplici. La cosa magica è che l’ha espresso con le parole “giuste”, quelle che ti toccano l’anima.
Le sue poesie parlano di amore, di perdita, di l’autostima da ritrovare e nutrire, di violenza contro le donne, di famiglia, di razzismo, insomma della vita di una donna ai giorni nostri.
Il libro, corredato dai disegni eseguiti dalla stessa Rupi Kaur, è diviso in cinque capitoli, ognuno dedicato alle fasi del sentire che si attraversano alla fine di una relazione (con un’altra persona, ma anche con noi stessi), per poi rinascere: l’appassire, il cadere, il radicare, il crescere, il fiorire.
Forse perché noi donne siamo tutte un po’ fiori.
“questa è la ricetta della vita
disse mia madre
tenendomi fra le braccia mentre piangevo
pensa a quei fiori che pianti
in giardino ogni anno
t’insegneranno
che anche le persone
devono appassire
cadere
radicare
crescere
per poter fiorire”
E allora, se siamo fiori, nutriamo la nostra terra con cose belle e poetiche.