
Caro babbo natale, Silvia chiede..
Dalla nostra redazione Silvia Grasso (@_gropiushouse_)
Caro Babbo Natale,
ma anche cari: Papà Noel, Sinterklaas, Gesù Bambino, Père Noel, Weihnachtsmann, Father Christmas e naturalmente, il mio preferito, Santa Claus.
E soprattutto tu, caro spirito di Natale che dimori nella mia anima, gioioso e bambino che, nonostante tutto, resiste puro alle intemperie della maturità regalandomi la magia e la fantasia che tutti dovrebbero alimentare e custodire: tieni ben aperte le orecchie!
Il tè è bollente, le lucine illuminano casa e rompono cautamente il silenzio, a intermittenza, come se la luce, in una atmosfera tenebrosa, potesse fare compagnia, raccontando e ricordando: una voce amica discreta che combatte la solitudine diffusa.
L’atmosfera è perfetta per scrivere quello che più desidero per questo Natale. Sì, certo. Parlare di desideri mi sembra una impresa audace, e sai perché? Perché nonostante le ombre che preoccupano il mio futuro e il mio presente, le rinunce e le concrete difficoltà, nel mio cuore alberga la speranza e soprattutto la riconoscenza per ogni singolo tratto che disegna la mia vita. Ma, si sa, i desideri sono vita attiva che alimentano il futuro.
A proposito di futuro e speranza: mi piacerebbe che ne diffondessi un po’ di più, sai? Non so bene quale sia la tua percezione, ma qui non tira una grande aria di conforto. I tempi sono duri e caotici e dietro l’ostentazione di vite apparentemente perfette, la sofferenza degli animi soli aumenta nell’incertezza del domani: è comune a tante persone di ogni età, eppure è la mancanza di speranza tra i miei coetanei (e anche tra i più giovani) a inquietarmi maggiormente…
Potresti diffonderla come una polvere magica che cade dal cielo? Glitterata, ma anche sotto forma di fuliggine va bene, l’importante è che ci cada negli occhi e ci accechi un po’. Pensa che bello! Una notte di Natale accecata dalla speranza che ci risveglia dal torpore a cui ci hanno costretto. Magari perdiamo l’equilibrio e cadiamo, ricevendo anche uno dei doni più necessari per rialzarci: il coraggio!
Ah, sì, abbiamo anche bisogno di coraggio. Io ne vorrei tantissimo ad esempio, molto di più di quello che penso di avere. Il coraggio di rialzarmi e osare, di fare ciò che penso di non saper fare, di andare oltre quei limiti posti esclusivamente da me stessa. E poi, il coraggio di scrivere quel libro in sospeso che da troppo tempo trascuro trovando mille scuse, e il coraggio di concretizzare il mio quaderno di mindfulness illustrato per portare un po’ di riflessione filosofica e arte nella vita di tutti, come ricetta di cura e amore personale.
E visto che siamo in tema di amore personale, nella mia lista includerei anche qualche idea regalo tutt’altro che necessaria (anche se vorrei proprio sapere chi può stabilire quali siano i beni realmente necessari per ognuno di noi!)
Qualche esempio? Per iniziare, un caldo paio di UGG . Lo so che sarebbe il terzo paio, ma la mia passione per i capi cozy è aumentata da quando sono a Pavia ed il modello classic mini beige mi fa gli occhi dolci da un po’ di tempo. Un morbido pigiama Oysho, ma non temere, non sarà l’ennesimo in tartan! Pensavo di suggerirti quello con le costellazioni, meraviglioso per i miei sogni fantastici, o uno a tema squisitamente natalizio con tanto di renne e pan di zenzero. Se proprio vuoi mantenere la tradizione del tartan, però, sappi che ogni cosa sarebbe ben accetta, anche un vestito super lungo e confortevole per le giornate festive. Certo, anche l’abito longuette con foresta invernale di Lazzari, con le illustrazioni di Jennifer Bouron, sarebbe una buona idea, magari abbinato con il bel cappotto classico di panno grigio che ho visto da Dixie e che fa molto New York anni ‘90. Sai cosa sarebbe bellissimo? Ricevere una gift card fantastica valida per visitare mostre e gallerie d’arte d’Europa (mi accontenterei anche delle principali) e un periodo in Giappone per approfondire i miei studi comparati tra l’oriente e l’occidente. O, se preferisci, un periodo-studio in qualche capitale Europea per esercitare e imparare nuove lingue, oppure in un paese scandinavo a riempirmi gli occhi di design, arte e bellezza.
Vorrei pregare con religioni diverse e sperimentare cibi etnici. Sporcarmi di colori e amare nuovi odori. Sentire lingue sconosciute e rispondere con lingue mai sapute. E vorrei inebriarmi del diverso e raccontare le mie origini variegate e solide. Vorrei avere il tempo per leggere e ascoltare, dipingere e parlare, ma anche per spiegare che arrabbiarsi, a volte, è sano e la ribellione necessaria. E raccontare più di quanto già non faccia ora che la gentilezza è forza e la costanza e il sacrificio sono i nostri amuleti.
Ancora un’ultima richiesta e questa volta è per Rudolph e tutte le tue renne che non mi deluderanno: armatevi di pazienza e trasportate tanti diritti, dignità, amore e libertà. Lo so, peseranno ma ne abbiamo bisogno, tutti. Nessuno escluso. E so di non chiedere troppo se tra le mie tante richieste fantastiche ne includo una, la più reale: una donazione a Pangea Onlus che si occupa dei diritti delle donne concretamente e con una progettualità che ha tanto a che fare con i diritti e la dignità umana.
E tra presente e futuro, so che non mancherà la nostalgia. La nostalgia di quel che è stato e non sarà più. La nostalgia dei profumi e del tepore. Ma sai che ti dico? Ogni anno si fa più sottile e vaporosa perché ho imparato a recuperarne il ricordo buono e a ricreare atmosfera e profumi miei. Sì, lo so, sono stata brava ma devo ancora migliorare.
Caro spirito del Natale, quest’anno forse ho esagerato con le richieste, eppure, sia chiaro, baratterei tutti i miei desideri personali per placare le angosce di chi amo e donar loro un po’ di tranquillità e serenità. Probabilmente l’unico vero desiderio è questo: diffondere amore e pace a chi incontrerò nel mio cammino, anche solo per un attimo.
Ma tu lo avresti mai detto che sono una fan de Il Grinch? 😉
P.S. Scherzavo riguardo agli UGG. Sono assolutamente, strettamente, necessari.