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CRAFTERS: FRANCESCA KEZICH

Ciao, sono Fra.
Mi siedo, faccio un respiro. Chiudo gli occhi e rallento. Inizio ad ascoltarmi. Osservo… e cerco di accogliere tutto ciò che mi circonda. Mi guardo intorno e realizzo che tutti noi abbiamo già il necessario per creare sogni e realizzarli. Nella vita quotidiana siamo circondati di infinite possibilità ed occasioni per rivelare e liberare la nostra essenza, altrimenti intrappolata nella prigione della mente. Lo spazio vuoto in realtà è sempre pieno. Se apriamo gli occhi ci accorgiamo che stiamo già vivendo nel sogno. QUI E ORA.
Sono nata e cresciuta a Bolzano, in Trentino Alto Adige. Mi sono diplomata al liceo artistico e successivamente ho studiato scenografia all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Ottenuto il diploma, ho deciso di uscire da quello che mi sembrava un angosciante fiume in piena diretto verso la carriera professionale, per fare un viaggio da sola di quattro mesi in Asia alla ricerca della verità. La mia almeno. Nel Laos ho imparato l’arte della semplicità, l’arte della lentezza e della calma. L’arte dell’equilibrio fisico e mentale. L’arte di contemplare. L’arte di lasciarsi cullare dal presente. Per trascorrere le moltissime ore di bus e treni, attese e “tempi morti”, ho incominciato a fare gioielli in macramè con le pietre raccolte nei fiumi e nelle cascate laotiane. In quei momenti dimenticavo lo scorrere del tempo e sentivo che riuscivo ad accedere finalmente al regno della pace del mio presente, quello spazio infinito, meraviglioso e calmo che vive in ognuno di noi. I gioielli in macramè sono per me i souvenir che porto da questo luogo interiore quasi inesplorato. Se faccio uno zoom, un macramè è un paesaggio labirintico fatto di nodi in cui viaggi, cerchi, ti perdi, ti svuoti, ti arricchisci e ti ritrovi. Ma più leggera. Il viaggio in Asia mi ha dato la possibilità di guardare dall’alto la vita che conducevo, smascherare le menzogne che da tempo si insediavano sul mio percorso, liberarmi dalle aspettative e dal tempo irrefrenabile che non ti aspetta. Così pian piano ho incominciato a riappropriarmi del mio del mio ritmo e della (mia) verità attraverso l’uso delle mie mani. L’artigianato, infatti, per me vuol dire riprendere la propria vita tra LE MANI e diventare un fabbricante di sogni. È un viaggio verso se stessi e verso la propria natura. È un viaggio di ritorno, come quello di Ulisse. So che ci vorrà del tempo prima di arrivare al traguardo finale. Ma voglio partire ORA. Da QUI.

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