
Una cena da Particolare Milano
Avete presente quei settembri che cominciano e tu hai solo voglia di pioggia, fresco, maglioni nuovi e coccole tipiche di questo rinnovato autunno che dovrebbe arrivare e sostituire una primavera e una estate decisamente troppo calde?Quando hai solo voglia di tè caldi al pomeriggio e alla sera di vento, aria fresca, ristoranti nuovi e vino rosso?
Ecco, noi ci siamo portati avanti: siccome l’autunno è al rallenty e sembra che questo caldo non ci voglia dare fiato abbiamo intanto scoperto un ristorante dove le lucine sono già accese, il menù profuma di autunno e soprattutto l’atmosfera è un po’ Autumn in New York – mancava solo Ella che cantava in diffusione..
Un ristorante di quartiere, dove si percepisce voglia di intimità e dove passare una serata piacevole senza troppe pretese, ma da cui uscire e dire: sono stato bene, ho mangiato bene, e mi sono sentito a casa.
Sto parlando di Particolare Milano. La zona è una delle mie preferite – piazzale Libia, Davide Longoni e Cascina Cuccagna docet…- molto residenziale, il mood un po’ parigino.
Vi dico anche cosa indossare: un paio di jeans, un maglione in cachemire, una bella borsa e un filo di perle.
Punti di forza:
.Il signore che accoglie all’entrata: gentile, ma senza essere falso. Educato, accogliente. Poche volte trovi questo bilanciamento in chi ti riceve all’ingresso di qual s voglia ristorante. O sono troppo cerimoniosi o sono troppo poco attenti. Il signore che riceve qui invece è simpatico, dal bel sorriso, premuroso il giusto e delicato.
. Hanno il fasciatoio in bagno e un profumo buonissimo alla cannella. Il che è ciò che mi aspettavo da un ristorante di quartiere. Il comfort. Il sentirmi a casa, anche in bagno.
. Hanno un menù per bimbi che non si limita alla pasta con il sugo – che comunque offrono- ma hanno due fantastici risotti – alla parmigiana o allo zafferano- che vengono proposti per la pargolanza.
. Hanno un dehor molto carino. Riservato, intimo. Pieno di lucine di natale come piace a noi.
Ora passiamo al cibo. Noi abbiamo seguito un menù degustazione – unica pecca che sottolineo è che non ci è stato chiesto una volta seduti se vegetariani o onnivori: non mangiando carne ho dovuto con un po’ di imbarazzo farlo presente io prima che partissero le portate. Sono rimasta ammaliata dalla tartare di ricciola affumicata: perfetta e bilanciata nei sapori. Mi è piaciuto il polpo in tre cotture- avendo sempre in mente come punto di riferimento quello di Domenico della Salandra ammetto che la mia asticella è alta ma qui sono felice di dire che le aspettative sono state soddisfatte. Ho amato il risotto di Luce – allo zafferano. Non mi è piaciuto perchè l’ho trovato un po’ confuso il nostro risotto- parmigiano, pesto in polvere, carbone vegetale, creme fraiche e crudo di gamberi: non metto in dubbio la realizzazione ma troppo confuso, troppo pieno di sapori. Il parmigiano ha coperto il pesto, il carbone vegetale ha fatto scordare la creme fraiche e il crudo di gamberi dava sferzate di sapore troppo impertinenti. Forse sarebbe bastato un crudo di gamberi in unione a un perfetto risotto alla parmigiana per stupirmi. Ma ovviamente parlo per me. Abbiamo poi mangiato come dolce il tiramisù particolare, che ammetto essermi piaciuto.
Insomma, promosso con un 7 e mezzo: senza troppe pretese ma assolutamente delizioso per passare serate autunnali di amore e primi appuntamenti. Nuovi inizi ma anche quelle sere in cui non hai proprio voglia di stare a casa ma nemmeno di andare in vita. Intimo, cibo buono, bella cantina.