
Insonnia sulla via di Damasco
La casa è in silenzio: il mio orologio interno questa notte è suonato alle 2.40 del mattino. Erano anni che non mi svegliavo di mia spontanea volontà – e contro la mia volontà.
Luce dorme, Ale dorme, i cani dormono.
Cosa mi tiene sveglia?Forse i tre bicchieri di sakè e i relativi sensi di colpa. O il budget sforato di questo mese. O le chiacchiere di ieri sera con un’amica. O l’aver tolto veli a un amico che credevo diverso, la relativa disillusione.O può darsi la stanchezza stessa di questo periodo. O più banalmente il ciclo. O i mille progetti che mi frullano in testa. O le incombenze: perchè non hanno ancora consegnato l’acqua questa settimana? Devo chiamare. Devo chiamare il centro vaccinale e fissare l’ultimo appuntamento dei vaccini di L. E poi ho mille mail indietro.
Guardo fuori dalla finestra e noto delle candele piccole accese accanto alla finestra del mio vicino – che carino. Non il vicino, il fatto che abbia acceso le candele in questa notte di Yule.
E ancora: un’altra dirimpettaia ha addobbato proprio bene l’entrata.
Inizio ad avere sonno ma mi sono fatta un tè caldo che voglio bere. Pieno di miele.Dopo non dormirò più.
Devo imparare a riposarmi. Ho scritto i propositi per il 2023 ma di fatto cosa sono davvero i propositi?Solo chiavi di lettura qualitativa per migliorarsi. Almeno credo.Quando faccio queste cose oscillo tra la voglia di gettarmi a capofitto in 365 giorni nuovi da scrivere e la voglia di fare un fast forward all’anno che verrà per ritrovarmi tra esattamente 365 giorni e vedere come sarò, come saremo.
Amo la mia casa ma sono manciate di ore che ne sogno un’altra dai contorni poco definiti ancora ma con bellissimi pavimenti in parquet e piastrelle della vecchia Milano.
Ho scritto che mi iscriverò a pilates e che inizierò lezioni con il personal trainer. Che andrò più dal parrucchiere, più al mare, e più a Parigi. Che risparmierò, aiuterò di più e controllerò meglio i miei nervi. Che leggerò di più e guarderò meno il telefono. Che caffè e alcool li lascio a una volta per settimana. Che berrò centrifughe e collagene tutti i giorni. Che farò gli esami del sangue, la pulizia dei denti due volte l’anno e appena tra qualche ora quando parte tutto fisso mammografia e endocrinologo.Voglio un altro bambino?Continuo a chiedermelo in un libero surfare di onde tra “facciamo un altro bambino” a “Vattene e non tornare mai più”. Che bella cosa l’equilibrio della coppia post partum. E soprattutto nei primi tre anni: googolo, mi iscrivo a ogni gruppo di genitorialità consapevole e mi infliggo autopunizioni fatti di sensi di colpa per la qualunque , ma i principali destinatari sono mia figlia e il mio compagno: per la mia mente sembra che a sbagliare sono sempre io e solo io.
Guardò un film di Natale?Forse. Faccio shopping online?NO, speso troppo, devo incartare tutto per i regali ma soprattutto voglio spazio e meno roba da lavare. Oscillazioni tra la voglia di avere un guardaroba come Carrie e divagazioni sul voler essere la nuova Kondo.
Ok, il sonno è andato.
Ma torna, sono già ipoteticamente sconvolta di stanchezza, e poi come fai a stare senza caffeina?
Bell’albero quest’anno. Mi manca ancora un regalo. Vorrei lucine ogni giorno dell’anno accese a rischiarare momenti di leggera perdizione.
Il mio problema è che tendo a idealizzare le persone: fantasie su come dovrebbero essere secondo una realtà naive fatta di pensieri, sogni e speranze, ma alla fine sono le aspettative che fottono sempre.
Non so più come sognare. O forse cosa sognare. O viceversa.
Vorrei tornare femmina. Perchè non lo sono?si si, ma mi manca quello che nella coppia finisce sotto la coperta – forse travolto dalla legge della tuta in pile che fa da variabile costante del mio abbigliamento quotidiano. Ebbene? Mi manca essere voluta/amata/desiderata/ardita/venerata/vezzeggiata.Corteggiata. Travolta.
Ho l’ansia di compiacere, persino i miei cani. Solo brie mi viene dietro nella mia follia, Baku mi ignora durante il giorno. MI considera qualche volta quando mi alzo alle 5.30 di mattina.
Cambia attitudine e cambierai vita. Mi riempio di incensi, palo santo, smudge di salvia e bagni sciamanici, bio dinamica e altarini ma poi mi perdo nei sentieri della selva oscura delle mie paranoie e allora tanto vale.
Ho una lista di nuovi progetti che durante la giornata si perdono anche loro tra i doveri, le bollette e la stanchezza, ma soprattutto nel tempo perso a scrollare i social – odi et amo – mai più vera fu questa dualità quando si parla di IG/Fb e per carità basta perchè se mai dovessi partire anche un tiktok sarebbe la volta che davvero perdo l’ultimo pezzetto di trebisonda. Sto pensando di aprire un onlyfans con la mia migliore amica basato sui piedi: sai mai che ci paghi le bollette. A volte sento di queste ragazze che si pagano le rette milionarie delle università americane solo spedendo mutandine sporche a porci affamati di deviazioni perverse. Come quando vedi quel programma “non sapevo di essere incinta”..ma come fai a non saperlo dai. Mi prendi per il culo. O quelle che ti dicono vedrai che dopo il primo il secondo viene subito: quantifica il subito perchè io l’unica cosa che farei subito è un retreat di sonno e pigiami in flanella. Forse si ecco il mio succhia clitoride verrebbe in valigia con me ma giusto come antidoto alla noia per tenermi lontana dal cellulare.
Devo imparare a prendere tutto meno di stomaco e reagire meno , mantenendo i miei confini sempre agghindati come fossero Buckingam Palace e con un cambio guardia ogni due ore, perchè alla fine la gente è bravissima a farti sclerare e poi a farti sentire una matta. Una frase ricorrente come mantra di chi ho vicino è: ma sei nervosa. O anche: in questo periodo non sei lucida. Come sei aggressiva.
e chissà chi mi ha fatto diventare così.
A azione corrisponde reazione. E viceversa. Come disse Battiato, datemi questo cazzo di centro di gravità permanente che non mi faccia mai cambiare idea sulle cose e sulla gente.
Ho bevuto un tè, ho scritto a due fornitori e ho pensato al calendario dell’avvento per il roster 2023 del nostro shop. Alle ore 5 del mattino sono esausta. E senza sonno. Potrei provare a dormire ma penso che potrei anche provare a uscire nei campi con i cani se non avessi paura di trovare qualche strana ombra che si aggira tra gli alberi dietro casa.
Qual è la vostra paura?Io temo di avere sempre L’alito pesante. E mangio cicche alla cannella che quelle si davvero peggiorano la situa fiatella.
Temo di non avere tempo per fare tutto quello che voglio.
Temo la perdita. Che va a manina con l’ansia da abbandono.
Temo di non essere mai adeguata e abbastanza.
Odio la mia incostanza e sono puttanate il dover accettare i propri difetti. Belle parole si, ma loro rimangono lì e ti fanno sentire inadeguata all’occasione. Alla vita. Al momento.
Oggi cucinerò brodo di pollo e zenzero berrò centrifughe e camminerò di nuovo fino al centro rispettando la visita oculistica che ho alle 15.30.Magari trovo anche l’ultimo regalo che mi manca se non svengo prima di stanchezza.
Mi sono appena accorta che mi mancano due regali. Ancora. fatica.
Ma perchè Anna non è più elogiata di Elsa?Trovo ovunque bambole di elsa come se lei fosse la protagonista di Frozen: ma Anna è molto più eroica. e’ la metafora della vita: ti fai un culo tanto su tutto e poi i meriti e gli onori vanno a una che si chiude in un castello e fa poco poco. Meglio nascere Anna o meglio essere Elsa?
Ho rotto un barattolo di sale e ho litigato con la vicina. Adesso sento dei rumori strani da fuori dalla porta e ho l’ansia. Che tranquillità. Forse è babbo Natale. Nel dubbio vado a passare uno smudge.
Anche voi avete liste amazon infinite di cose che probabilmente non acquisterete mai ma vi fanno pensare a una vita diversa fatta di caraffe coordinate ai bicchieri dove servire tè alla menta e Perrier con ghiaccio tritato in estate?
mah.
Forse voglio vivere in Engadina, tipo Samaden.
O anche a Courmayeur non mi dispiacerebbe. Meglio Entreves ecco.
Come dicevo se la notte porta consiglio a me ha portato nebbia.