
Il Riesling e i suoi confini
Troken. Ma anche Kabinett, Spatlese, Auslese, Beerenauslese e Trokenbeerenauslese.
I tedeschi, si sa, hanno una parola per tutto.
Loro hanno la weltanschauung, lo zeitgeist e il dasein. Noi no. Ci accontentiamo di tradurle senza mai riuscire a spiegarci veramente.
E hanno non so quante classificazioni e tipologie di Riesling.
Per chi ha la forza di approfondire, c’è un’ampia letteratura sull’argomento.
E, come dicevo, ci sono varie parole. Alcune delle quali indicano la percentuale di zucchero presente nel vino. Per semplificare, il Riesling nelle sue declinazioni va dal secco al dolcissimo. Quindi, se desiderate fare solo un aperitivo, allora state sui Troken e i Kabinett.
Il Riesling è il vitigno a bacca bianca della valle del Reno, in basso a sinistra sulla cartina della Germania al confine con la Francia e il Lussemburgo. In questa regione (Mosel-Saar-Ruwer) sono concentrati – lo dicono in coro le voci più autorevoli in materia – i migliori bianchisti al mondo. E, probabilmente, gli unici che si possono permettere di presentare un vino da applauso anche in una bottiglia con il tappo a vite. Complice un territorio ricco di ardesia che conferisce agli acini una spiccata mineralità. Questo fa di lui anche il vino più figo del momento.
J.J. Prüm Bernkasteler Badstube Kabinett Riesling 2011
Per entrare nel regno Johann Joseph Prüm la parola magica è bernabei.it .
Questa fornitissima enoteca on line saprà assecondare anche il vostro spirito gipsy e farvi viaggiare tra i meravigliosi Riesling del Friuli e del Trentino-Alto Adige, altre zone vinicole che svettano per aromaticità e mineralità.
Quando aprite questa bottiglia vi sembrerà di non aver chiuso il gas della cucina. Dategli tempo.
E apparirà un cesto di frutta pieno di cedri, pompelmi, meloni e litchie. Troverete nel vostro bicchiere l’equilibrio perfetto tra acidità e dolcezza, l’armonia cristallina dei contrasti.
Accompagnatelo con i vostri formaggi preferiti o con la zuppa di cipolle della mamma di Alice, pagina 23 delle sue Ricette dal cuore.
Lasciategli raccontare la sua storia, fatta di fiumi che scorrono ai piedi delle colline, di vigne che crescono ostinate su ripidi pendii e che sopravvivono al freddo solo perché il suolo trattiene nell’ardesia il calore del sole.
Sono le storie di luoghi di frontiera, dove le differenze sfumano, le identità si dissolvono per crearne nuove. Dove il confine non è un limite. E’ solo una collina, è solo un fiume.
*a cura di Gloria Ines Colombo
“I gitani mi hanno affidato il compito di parlarvi di vino sul loro blog. Diciamo subito che non sono un’esperta e non ho diplomi o titoli da esibire in materia. La verità è che sono stata educata da una serie sfortunata di ex fidanzati che (chi per lavoro, chi per passione) il vino lo conoscevano molto bene. Il percorso guidato mi ha portato sui sentieri del Sauvignon, dello Chardonnay e di sua maestà il Nebbiolo. Poi ho camminato da sola. Ho incontrato le bollicine e ho preso una sbandata per il Pinot nero. Il lavoro mi ha permesso di avvicinarmi al mondo della viticoltura e, con la complicità di amici compiacenti, mi sono imbucata a tutte le degustazioni riservate alla stampa, ho visitato cantine, conosciuto produttori e mi sono spinta fino ai cancelli del Domaine de la Romanée-Conti. E, prima o poi, troverò la chiave per aprirli.”