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Metti una Gipsy in un museo….


Un pomeriggio di sole e cielo azzurro a Milano.

Quei tardi pomeriggi quando esci dall’ufficio con una strana euforia, quella libertà che ti da la sensazione di aver compiuto il proprio dovere, la leggerezza della semplicità di una vita normale, composta da piccole cose che danno grande felicità.

Un paio di sandali bianchi, un abito leggero, e una città che quando vuole dona scorci di bellezza magica, scenari segreti che si dispiegano davanti ai tuoi occhi e con un respiro vorresti solo immagazzinarli dentro te stessa e non lasciarli più uscire.

Mi dirigo verso la Rotonda delle Besana: che posto che è questo parco, e nemmeno parco si può definire, perchè è troppo limitativo e limitante della sua unicità.

Uno spazio tra verde e storia, tra alberi e colonnati dove ogni bambino tra i tre e i 98 anni può sentirsi al sicuro.

Incontro subito la mia crew, questa volta allargata e pronta ad accogliere Paola, di Soup – Opera .

Bella questa fanciulla, e mi viene da dire: noi donne abbiamo tutte una forza, una complicità che quando si unisce in un gioco di squadra, niente ci può fermare.

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Siamo invincibili e portatrici sane di un batterio che si chiama coraggio, e che puoi riconoscere guardandoci negli occhi, così lucidi e trasparenti. Questo coraggio è contagioso e siamo pronto a diffondere la malattia: niente ci fa paura più.

Restiamo per amore, combattiamo per amore, sorridiamo per amore. Facciamo dell’amore la nostra ragione di movimento e niente si abbatte, tutto si costruisce. Abbastanza lucide da capire quando nelle situazioni quotidiane di lavoro e simili abbastanza è troppo, strenue difensori della serenità ante litteram, dei sorrisi belli e delle anime vere. Così oneste da ferire e ferirci talvolta, ma abbastanza vissute da poter credere nella magia degli inizi e credenti per sempre che ad ogni errore c’è una soluzione, niente è perduto.

Così ottimiste da perpetuare la scelta di non voler risolvere tutto il polverone che a volte la nostra vita è: piuttosto issiamo la bandiera dell’accumulo seriale di tutte le cose buone che rendono gli addendi dell’ordinario straordinari.

Quindi: eccoci.

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Per cucinare al Muba, il museo dei bambini.

Con Diego Ferrari, barman pieno di idee e genialità, con lo Chef Enzo Metastasio e Pietro Emanuele Fusto responsabile del Bistrò. E un ringraziamento speciale a quelle due personicine meravigliose di Pasquale Formisano- ufficio stampa Rotonda- e Deborah Turati – ufficio stampa e pr Bistrò Mary Marchesano, nonchè neo mamma di questo stupendo cucciolo di cane, Mino, che ci ha allietato ancora di più una serata di inizio estate così fresca da non sembrare vera.

Sono rimasta stupita da quanto sia bello e interessante questo museo: tra travestimenti ed esperienze sensoriali, è un divertimento unico anche per noi bambine cresciute, che crediamo agli unicorni e agli arcobaleni.

Ecco le ricette di quello che abbiamo fatto, mangiato e bevuto e che trovate nel menù del bistrot…che questo diventi il nuovo ritrovo di noi milanesi, che sembra un po’ l’eldorado cittadino che ognuno cerca.

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CENTRIFUGA
mela
sedano
zenzero
PUNCH 2.0
succo d’arancia
st. germain
acqua naturale
sakè
zucchero di canna
cannella in polvere
scorze di agrumi
servito in bicchiere di vetro d’ispirazione anni 50 che avrei voluto rubare in tempo zero, roba che nemmeno Winona sarebbe stata tanto agile.

Questo aperitivo è da paura…un drink che attraversa le epoche (la ricetta è di fine ‘800) ed il mondo. Dalla francia, il sant germain, all’Italia con gli agrumi. Fino ad arrivare in sri lanka con la cannella passando dal Giappone con il sakè.
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E poi:
Insalata di anguria e feta: bonjour ma copine.
Anguria, feta e condimento con lime e sesamo tostato caldo. Basilico a iosa, magari un po’ di menta.
Infine, come ti intontisco il nano e faccio felice anche il gigante: ovvero mangia i broccoli che ti passa. un sandwich di broccoli e biscotti digestive. Per rendere più appetibile il tutto, condire il broccolo con fleur de sel alla vaniglia e schiacciarlo leggermente con basilico e prezzemolo.
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Abiti Asos

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