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STORIE DI VINI | Home

Bollicine a capodanno
Di Gloria Ines Colombo
Il volo per Vienna è già indicato sullo schermo, sono impaziente di partire. Voglio ascoltare Mozart suonato dagli artisti di strada, rifugiarmi nella pasticceria Demel e scaldarmi con una fetta di torta Sacher. Voglio perdermi negli sfarzi della Hofburg. Andare per musei, camminare nel freddo e lasciare che in questi ultimi giorni dell’anno a parlarmi siano Klimt, Schiele e Sigmund Freud.
Non vi mentirò. Non sono mai stata una fan delle feste di capodanno. I veglioni e le cene nei locali, il rumore e la musica troppo alta non fanno per me.
Ero invece a Parigi, proprio sotto la torre Eiffel che luccicava come la via lattea, con le mani ghiacciate a bere champagne Nicolas Feuillatte Brut reserve in bicchieri di carta.
Ero in una casa di campagna nel astigiano a inzuppare il pandoro nell’Asti Spumante Martini, a ridere tutta la notte seduta su un tappeto persiano impolverato.
Poco importa il luogo. Che sia tra amici, con lo zaino in spalla o davanti a un piatto di lenticchie cucinato con amore, nell’ultima notte dell’anno le bollicine si trasformano sempre in spiriti allegri e sotto l’effetto del loro incantesimo tutto sembra più lieve, aspettando le promesse di nuovo luminoso mattino.
40% pinot noir 35% chardonnay 25% pinot meunier
3 anni di affinamento in cantina. Overture di frutta bianca e note di spezie.
Colore cristallino, giallo paglierino e perlage delicato. Gusto fresco, bilanciato, finale salino.
Il colosso d’oltralpe, da 10 milioni di bottiglie all’anno, in Italia è distribuito da Valdo, il campione del Prosecco Superiore di Valdobbiadene.
Metodo Charmat, da uve di Moscato bianco. Piemontese di nascita ma cittadino del mondo non si perde una festa. Le bollicine dolci si tuffano nel bicchiere in una spuma bianca. Profumi intensi di pera, limone e litchie. Non è un vino di grande complessità ma vi conquisterà in dolcezza.
Dal 1876 inseparabile compagno a tavola del panettone di Natale.

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